Secondo il Rapporto mensile dell’Abi il livello delle sofferenze nette delle famiglie, derivanti da mutui e prestiti, sembrerebbe in lieve calo rispetto alle punte massime pandemiche e pre-pandemiche. A marzo 2022 si attestano sui 18,1 miliardi, invariate rispetto a febbraio 2022, ma in decremento di -2,0 miliardi, pari al -9,9%, rispetto a febbraio 2021 in cui avevano raggiunto i 20,1 miliardi e di – 8,3 miliardi, pari al -31,4%, rispetto a febbraio 2020 in cui si attestavano sui 26,4 miliardi. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione nel 2021 è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%).
Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è pari all’1,04% a febbraio 2022, (era 1,16% a febbraio 2021, 1,55% a febbraio 2020 e 4,89% a novembre 2015). A marzo la dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +3,8% su base annua. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, nello stesso mese, di circa 88 miliardi rispetto ad un anno prima (variazione pari a +5% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 13,9 miliardi in valore assoluto (pari a -6,4%). A marzo il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è lo 0,44%, (stesso valore nel mese precedente.