In un paese ancora fortemente dipendente dal contante, la Lombardia tra le regioni e Firenze tra le città metropolitane, sono due aree che brillano per il numero di transazioni digitali. Il settimo rapporto della Community Cashless Society 2022, presentato da The European House – Ambrosetti, riporta dati contrastanti sull’andamento dei pagamenti elettronici nel nostro paese. Per il quinto anno consecutivo la Lombardia si conferma la prima regione italiana nella corsa verso la cashless society con un punteggio pari a 6,70 su una scala crescente da 1 a 10, seguita dal Piemonte (6,50) e dalla Toscana (6,30). Il podio del Regional Cashless Index 2022 vede quindi l’ingresso del Piemonte che nell’edizione precedente figurava al quarto posto e l’uscita dell’Emilia Romagna (nell’edizione precedente al 3° posto), mentre si confermano nelle ultime due posizioni il Molise (4,42) e la Basilicata (4,06). Sono le città a trainare i territori nell’indice. Sono le città infatti a mantenere un peso rilevante nell’economia e, afferma il rapporto ‘sono l’ambito di elezione per lanciare sperimentazioni e costruire buone pratiche dal basso da fare scalare a livello nazionale’. La classifica finale mostra Firenze al 1° posto con un punteggio di 7,1 su una scala crescente da 1 a 10. Il capoluogo toscano supera Milano – prima in classifica in entrambe le edizioni precedenti – che si trova nella presente edizione al 2° posto (5,83).
Al terzo posto si trova invece Genova (5,76), che ha superato nella presente edizione sia Roma che Bologna. Con l’eccezione di Cagliari, che si trova in settima posizione – mantenendo il posizionamento del precedente rapporto – le ultime sei posizioni sono occupate tutte da Città Metropolitane situate nel Sud Italia o nelle Isole, evidenziando la maggiore necessità di orientare politiche attive di diffusione dei pagamenti digitali in specifici territori del Paese. I distacchi tra la parte alta della classifica e il fondo dimostrano tutte le differenze di un’Italia poco omogenea. “Anche quest’anno, l’Italia si conferma un paese fortemente cash-based e ci posizioniamo tra le 30 peggiori economie al mondo per cash intensity con un valore del contante in circolazione sul PIL pari a 15,4% – afferma Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo, The European House – Ambrosetti -. Sebbene siamo ancora lontani dal raggiungimento di una piena e diffusa cashless society, ci sono anche alcune buone notizie: ad esempio, dalla survey condotta dalla community ai cittadini, emerge che oltre 7 italiani su 10 vorrebbero utilizzare di più il cashless e 6 italiani su 10 dichiarano di voler ridurre l’utilizzo del contante in futuro.