Dall’America l’impegno di maxi forniture di gas, dall’Europa la prospettiva “di una nuova era”, energetica senza il gas della Russia. È il patto tra Stati Uniti e Ue per “lavorare insieme per un futuro prospero”. Il tutto in un contesto dove non ci sono certezze definitive. “Credo che ce la faremo”, dice la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, annunciando la svolta energetica dell’Europa. Il futuro sarà comunque diverso. Lo sottolinea il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a Bruxelles, in occasione della conferenza stampa congiunta con la presidente della Commissione europea. Energia e il “riconoscimento” delle aspirazioni dell’Ucraina ad entrare nell’Europa, sono stati i due temi del vertice G7 e Consiglio Europeo. Sui problemi degli stoccaggi di gas, in conferenza stampa il premier Mario Draghi annuncia: “Entro un paio di settimane potremo presentare un piano di rigassificazione dettagliato”.
L’Ue sosterrà l’Ucraina
“Il Consiglio rinnova la richiesta alla Commissione si consegnare le sue valutazioni in linea con le procedure d’ingresso dei trattati”. È quanto scritto nelle conclusioni del Consiglio europeo a Bruxelles.
“L’Unione Europea continuerà ad assicurare aiuti finanziari, politici, materiali ed umanitari all’Ucraina”, prosegue la nota del Consiglio , “Sinora ha approvato sanzioni massicce contro Russia e Bielorussia, che stanno avendo effetti pesanti, ed è pronta a chiudere scappatoie, contrastare possibili manovre evasive e imporre nuove misure coordinate per minimizzare la capacità di continuare l’aggressione”.
Il nuovo scenario energetico
Gas e petrolio, il patto che apre la “nuova era”. Usa e Ue investiranno in soluzioni per creare idrogeno pulito e rinnovabile”, Stati Uniti Joe Biden a Bruxelles, “queste misure aumenteranno la sicurezza economica energetica e nazionale. Creeremo a questo proposito una task force composta da membri della Casa Bianca e della Commissione europea”. Una nuova strategia che comporterà una svolta per i Paesi dell’Unione.
“So che eliminare la dipendenza dal gas russo avrà costi per l’Europa”, evidenzia il presidente degli Stati Uniti, “ma non è solo la cosa giusta da fare da un punto di vista etico, ci metterà anche su un percorso più sicuro dal punto di vista strategico”.
“Come Stati Uniti siamo stati in grado di vietare tutte le importazioni di energia russa quando altri non potevano”, ricorda Biden, “Abbiamo accolto con favore la potente dichiarazione dell’Unione europea, che all’inizio di questo mese si è impegnata a ridurre rapidamente la dipendenza dal gas russo”.
Spacchettare il prezzo del gas
Il premier Mario Draghi al termine del Consiglio europeo in conferenza stampa illustra nel merito le decisioni.
“Per maggio avremo anche una proposta della commissione sulla possibilità di spacchettare la formazione del prezzo dell’energia elettrica da quella del gas, altro aspetto per cui bisogna aspettare un rapporto del regolatore europeo”.
Ci saranno “15 miliardi di metri cubi gas liquido dagli Usa per l’Europa” e la Snam acquisterà 2 rigassificatori, annuncia Draghi. “Contiamo di essere in grado di assorbire la nostra quota” di gas che ci viene offerta dagli Usa. “Oggi abbiamo in funzione tre rigassificatori. La disposizione del ministro Ciongolani alla Snam è ora di acquistare altri due rigassificatori galleggianti”. “Si ha la sensazione”, evidenzia il premier, “che i progressi siano molto rapidi, entro un paio di settimane potremo presentare un piano di rigassificazione dettagliato”.
Un tetto ai prezzi
“L’idea di mettere un tetto ai prezzi, segue lo stesso ragionamento dall’altra parte”, osserva Draghi, “Si può mettere perché il fornitore ha solo un cliente, quello che sta dall’altra parte del tubo, cioè l’Europa, che per inciso è il più grosso acquirente di gas naturale del mondo quindi ha un forte potere di mercato. Per questo la presidente von der Leyen ha proposto la possibilità di acquisti congiunti che vengono coordinati dalla commissione europea”.
Le strutture in Italia
Per l’Italia esiste un problema in più ti la carenza di strutture e impianti. “La questione importante è vedere se noi disponiamo dei rigassificatori”, sottolinea Draghi, “noi oggi ne abbiamo in funzione tre, di cui uno molto grande. La disposizione che è stata data l’altro ieri a Cingolani e trasmessa alla Snam è di acquistare altri due rigassificatori, sono navi galleggianti e non sul terreno per i quali ci vorrebbe più tempo”.
“Ho visto le parole del Santo padre, a cui vorrei esprimere la mia personale gratitudine e del governo”, commenta il presidente del Consiglio, “Vorrei ribadire che noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando, veramente, gli altri leader europei, francesi e tedeschi in particolare, la stanno cercando. Hanno avuto, e avrò anche io, colloqui con Putin. Questa è la prima importante cosa da tenere a mente. Non siamo in guerra perché si segue un destino bellico. Si vuole la pace innanzitutto”.
Le forniture Usa
Gli sviluppi annunciati sui rapporti Ue-Usa in campo energetico si basano su cifre e la capacità dei Paesi europei di stoccaggio del Gas naturale liquefatto. “L’impegno degli Stati Uniti a fornire all’Ue altri 15 miliardi di metri cubi di Gnl quest’anno”, precisa la presidente von der Leyen, “è un grande passo. Questo sostituirà la fornitura di Gnl che attualmente riceviamo dalla Russia. E guardando al futuro, l’Europa lavorerà per assicurare una domanda stabile di ulteriore GNL statunitense almeno fino al 2030. Puntiamo a circa 50 miliardi di metri cubi all’anno”.
L’inverno che verrà
La sfida non è solo nell’approvvigionamento ma nella corsa contro il tempo. L’obiettivo è riempire gli impianti di stoccaggio almeno all’80% entro il primo novembre in modo da assicurare la sicurezza energetica per il prossimo inverno, salendo al 90% della capacità per gli anni successivi.
“Dobbiamo assicurarci le nostre forniture non solo per il prossimo inverno, ma anche per gli anni a venire”, rivela la presidente della Commissione europea, “La nostra partnership mira a sostenerci attraverso questa guerra. Ma si concentra anche sulla costruzione di un futuro più verde”. La presenza di Biden a Bruxelles questa settimana, “per il vertice Nato il vertice del G7 e il nostro Consiglio europeo”, ha ricordato von der Leyen, “invia un messaggio potente al mondo: il partenariato transatlantico è più forte, più propositivo e più unito che mai. E siamo determinati a stare in piedi contro la guerra brutale della Russia. Questa guerra sarà un fallimento strategico per Putin” ha detto rivolgendosi al presidente degli Stati Uniti. “Tutto quello che Usa e Ue vogliono fare”, ha ribadito Biden “è avere misure concrete per ridurre la dipendenza dal gas”, anche con le “energie rinnovabili. Fare investimenti nelle nuove energie. Potremo avere delle forze congiunte per poterlo fare”
Italia e Germania in difficoltà
Entrambi i Paesi sono più esposti all’approvvigionamento di gas russo e i dati sulle riserve disponili non sono incoraggianti. Se in Germania non si esclude interruzioni delle forniture, come conseguenza della richiesta da parte di Vladimir Putin del pagamento in rubli, in Italia il premier Draghi parla di errori fatti in passato.
Le vicende di questi giorni”, dice Draghi, “dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni”. “Per il futuro”, auspica Draghi, “la crisi ci obbliga a prestare maggiore attenzione ai rischi geopolitici che pesano sulla nostra politica energetica, e a ridurre la vulnerabilità delle nostre forniture”.
Accordi nel Mediterraneo
Servirà tempo per nuove strutture di stoccaggio così il Governo guarda ad altre possibilità, come i gasdotti: GreenStream dalla Libia, il TransMed dall’Algeria, il Tap dall’Azerbaijan. Altre rotte e altri accordi con la possibile intesa all’EastMed, il gasdotto voluto da Cipro, Egitto, Grecia e Israele, ma avversato dagli Stati Uniti. C’è poi la carta turca. Draghi durante il vertice europeo ha incontrato Erdogan, in un faccia a faccia nel quale si è parlato sul gasdotto Trans-Anatolico che parte dall’Azerbaigian e attraversa tutta la Turchia, dando vita al cosiddetto “Corridoio meridionale”.
La carta nazionale
Per il premier Draghi l’Italia ha più carte da giocare, c’è l’impegno sulle fonti rinnovabili, il rafforzamento di accordi con i paesi del Mediterraneo e nuovi rigassificatori, ma il presidente del Consiglio sollecita anche l’aumento della produzione nazionale per ridurre l’import. “Perché il gas prodotto nel proprio Paese è più gestibile e può essere meno caro”, auspica Draghi. Ma anche in questo caso il fattore tempo è decisivo. Per migliorare la produzione nazionale serviranno anni”.