“L’Inps è nella vita di tutti, accompagna l’individuo dalla nascita fino a dopo la morte. Si tratta dell’istituto di welfare del Paese che accorpa prestazioni previdenziali ma anche di tipo sociale di aiuto ai poveri, alle famiglie o alla natalità ed è importante che sia gestito dal pubblico”. Così Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, durante un evento organizzato in occasione della Global Money Week per promuovere la cultura assicurativa e previdenziale.
“Le prestazioni dell’Inps riguardano quasi la totalità della popolazione italiana: 23 milioni di lavoratori, 16 milioni di pensionati, 3,5 milioni di percettori di Reddito di cittadinanza
1,5 milioni percettori di Naspi, 11 milioni di figli che fino ai 21 anni riceveranno l’Assegno Unico Universale, 4 milioni circa di assegni di invalidità e poi ci sono i finanziamenti alle vacanze studio all’estero per i giovani”, ha aggiunto.
“Durante la pandemia poi le prestazioni sono aumentate per 15 milioni in più di cittadini ai quali abbiamo corrisposto diversi bonus. L’Inps accorpa le previdenze sociali e contributive anche se in Europa sono separate perché a metterle insieme si guadagna in efficienza – ha spiegato Tridico – aumentata dalla quantità delle persone che lavorano per noi, circa 25 mila lavoratori e da un grado di informatizzazione straordinario. I dati oggi sono la ricchezza più importante e noi li custodiamo. Un patrimonio che deve essere gestito dal pubblico perché si tratta di beni pubblici sui quali non si devono realizzare interessi di profitto ed è importante garantire i servizi fondamentali senza fare i propri interessi come potrebbe accadere nel privato. La previdenza obbligatoria obbliga ciascuno a essere previdente, lo Stato tutela la persona quando lavora ma anche quando non lo fa, la tutela per il futuro e anche se la sua contribuzione non è sufficiente a mantenere una pensione adeguata, interviene integrandola. Il pubblico obbliga a essere previdenti e non essere poveri nel futuro”.
Tridico, nella sua lezione rivolta ai ragazzi della scuola superiore di II grado, ha poi sottolineato il problema del lavoro nero e della scarsa partecipazione delle donne al lavoro, evidenziando come l’integrazione dei lavoratori stranieri potrebbe contrastare nel breve periodo la demografia. “L’Inps non è solo pensioni, negli ultimi anni, dalla crisi del 2008, è aumentata la fonte di finanziamento per le prestazioni sociali. La crisi ha dimostrato che il Paese si doveva occupare di famiglie, natalità, servizi, aumentare il tasso di occupazione delle donne e all’Inps sono state attribuite nuove funzioni che prevedono bonus di diversi tipi per contrastare la povertà per circa 100 miliardi in più rispetto ai 350 miliardi che l’Inps di solito gestisce per pagare le pensioni”, ha concluso.