Per risolvere il pasticcio legale Grillo deve prima risolvere il problema politico: la guerra tra Conte e Di Maio. Senza un accordo -improbabile- tra i due, nessuna soluzione tecnica potrà funzionare. La leadership di Conte ne esce comunque indebolita. Paralizzato dai suoi dissidi interni e senza una strategia di alleanze, il Movimento rischia di finire ai margini o fuori dal campo progressista di Letta e l’unico salvagente politico potrebbe essere il sistema elettorale proporzionale.
Di Maio moderato, Conte di nuovo populista?
Il problema politico è doppio: la strategia del Movimento e la capacità di leadership di Conte. Da quando è nato il Governo Draghi, è partita un’aggressione al ministro degli Esteri da parte della componente più barricadiera del M5S. Di Maio che ha fatto abiura del giustizialismo e del populismo sembra incarnare meglio di Conte la linea moderata che collocherebbe il Movimento nel campo progressista di Letta. Conte ha mostrato -anche nella partita del Quirinale- più di qualche incertezza ridando un inatteso spazio alle vecchie pulsioni che trovano in Di Battista l’interprete più autorevole. Al punto che l’alleanza col Pd scricchiola. Né a destra né a sinistra il M5S rischia di non essere neanche al centro. Con il sistema l proporzionale può misurare la sua reale consistenza e poi decidere dove collocarsi. Se fosse obbligato a scegliere una coalizione oggi sarebbe in forte difficoltà
Salvare la faccia
Stavolta c’è poco da fare battute. La partita è delicata. Ne va della faccia e del futuro del Movimento. Non può perdere la faccia dando ragione a Casaleggio jr. e tornando a fare consultazioni sulla ripudiata piattaforma Rousseau. Né può correre il rischio di altre iniziative legali da parte dei reclamanti cui il Tribunale di Napoli ha dato ampio ascolto. Come uscire dal tunnel? Aspettare la sentenza di merito col rischio di subire una pesante definitiva bocciatura dello Statuto e di Conte? Oppure intervenire subito cercando di sanare gli errori commessi, usando le procedure del vecchio Statuto e procedendo ad una consultazione senza esclusioni? Ma col rischio che nel voto Conte prenda meno voti dell’altra volta.