Ri.MED, fondazione per le biotecnologie e la ricerca biomedica con sede a Palermo, è da sempre in prima linea per colmare il gender gap nelle scienze, settore a prevalenza maschile. Secondo l’ultimo report dell’Unesco, infatti, gli scienziati nel mondo sono per il 72% uomini. In Italia, i dati di quest’anno relativi alle iscrizioni universitarie vedono in aumento le immatricolazioni femminili nelle facoltà di ingegneria (+3,37%) e di informatica (+16,36%), ma le donne restano poche: le studentesse STEM, infatti, sono un sesto dei loro colleghi.
La Fondazione Ri.MED rappresenta un esempio nella valorizzazione della componente femminile nella scienza: dei 79 ricercatori attualmente in forza (tra group leader, principal investigator, scientist, post-doc, borsisti, dottorandi e tecnici specializzati 49 sono donne. Una squadra al 62% femminile, composta da donne brillanti e capaci, che conducono importanti progetti di ricerca in ambito medico-scientifico, e contribuiscono in modo determinante al raggiungimento dei risultati di Ri.MED, tra cui 28 brevetti già depositati e quasi 500 pubblicazioni scientifiche su peer review journals con rilevante impact factor.
Di seguito i profili di alcune scienziate di Ri.MED. Caterina Alfano, che ricopre un ruolo di leadership e che grazie a Ri.MED è rientrata a Palermo per contribuire ad accrescere la cultura scientifica della propria terra di origine. Claudia Coronnello, focalizzata sull’attualissimo studio dei microRNA, è alla guida di un gruppo di ricerca di ambito tipicamente maschile: algoritmi computazionali basati su tecniche di intelligenza artificiale.
Ester Badami, esempio delle sinergie che scaturiscono dal cluster tra Ri.MED, ISMETT e UPMC, studia i meccanismi di risposta immunitaria nelle patologie croniche, quali tumori e infezioni e nel rigetto di organo post trapianto. La giovanissima Arianna Adamo, che, come altre sue colleghe Ri.MED, si è formata all’Università di Pittsburgh, si occupa di bioingegnerizzazione delle valvole cardiache, ambito caratterizzato da importanti prospettive di trasferimento tecnologico.
Donne con storie diverse, ma che hanno in comune eccezionali competenze scientifiche e la volontà di contribuire con il proprio lavoro a migliorare la salute dei cittadini e lo sviluppo del territorio.