Dopo il terremoto del Quirinale, la mappa delle alleanze e degli equilibri interni ai partiti è destinata cambiare. Nel centro-destra c’è gran movimento e subbuglio. Berlusconi vuole federare i moderati secondo il modello Ppe. Ma intanto gli ex di Forza Italia di Toti e Quagliariello guardano non al Cavaliere ma a Renzi e puntano a creare un nuovo soggetto con Italia Viva.
Tra Meloni e Salvini il solco sembra approfondirsi e la leader di Fratelli d’Italia sfida la Lega sull’ultimo decreto Covid: “vediamo se lo votano” dice. A sinistra Bersani e i suoi di LeU sono sempre più vicini al rientro nel Pd e intanto fa i primi passi la nascente alleanza tra Calenda e +Europa. L’esito di tutte queste manovre può dipendere molto dalle legge elettorale. Per questo i partiti cercano di capire come al solito- quale sia per loro più conveniente. Ma spesso sbagliano i conti.
A chi conviene il Rosatellum
La legge elettorale voluta da Renzi non ottenne i risultati sperati: nel 2018 il Pd perse voti e seggi e Renzi dovette dimettersi. Ma il Rosatellum non si dimostrò utile neanche a far emergere una coalizione politica solida: in questa legislatura abbiamo avuto tre governi con tre diverse maggioranze.
Chi ne trasse i maggiori vantaggi fu il M5S che conquistò un terzo dei seggi Ma, cambiando alleanze in tre diversi governi, il Movimento ha perso per strada oltre 100 parlamentari e nei sondaggi ha meno della metà dei voti conquistati nel 2018.
Il centro-destra ne subì le peggiori conseguenze politiche: Salvini si staccò da Berlusconi e Meloni per allearsi con i 5S contro cui i tre si erano coalizzati in campagna elettorale.
Chi difende il Rosatellum oggi lo fa o perchè ha paura del proporzionale -che fa emergere la reale consistenza di ogni partito- o perchè spera di poter dettare legge nella quota maggioritaria, nei confronti di altri partiti della stessa area ma più deboli.
In pratica non conviene a nessuno.
A chi conviene il proporzionale
Col proporzionale nessuno ha da perdere alcunchè, a parte chi non supera la soglia di sbarramento che potrebbe essere fra il 3 e il 5%.
Il vantaggio per gli elettori è che ogni partito si presenta per quello che è, senza il finto mantello di una coalizione che dopo il voto finisce a brandelli.
La frammentazione politica, che tutti pensavano fosse colpa del proporzionale, in realtà dal 1994 in poi invece di diminuire è aumentata e poco o nulla è cambiato nella stabilità dei governi
La sfiducia costruttiva
Per garantire stabilità ai governi il rimedio migliore rimane quello in vigore in Germania: non si può votare la sfiducia ad un governo se contestualmente non se ne costituisce un altro. Pertanto, proporzionale con sbarramento e sfiducia costruttiva: questa è oggi la migliore ricetta per mettere ordine nel caos del sistema politico italiano