L’inflazione cresce e aumentano le preoccupazioni delle Associazioni di categoria sui consumi e i livelli salariali. Il fronte dell’energia con la spirale dei costi, sta mettendo in luce tutte le difficoltà a cui le
famiglie devono far fronte. Il potere di acquisto si assottiglia al punto che il sindacato sollecita un ritorno alle trattative contrattuali e salariali.
Potere di acquisto giù
A sollecitare una presa d’atto della situazione è la Uil che ricorda come gli aumenti generalizzati, di luce, gas e alimenti, hanno ridotto le possibilità economiche delle famiglie. “Sono già due anni che
registriamo una riduzione del potere reale d’acquisto dei salari”, osserva il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, “Ora, l’impennata dell’inflazione e l’aumento dei costi dell’energia stanno determinando un netto peggioramento della situazione”.
Bollette da rivedere
Malgrado le assicurazioni di una riduzione se non cancellazione degli oneri indiretti contenuti nelle bollette – che da misuratori di consumo sono diventate imposte aggiuntive per il pagamento di altre tasse -, le
tariffe sono rimaste alte e per molti insostenibili.
“Costi dell’energia, peraltro, che paghiamo due volte”, sottolinea il leader della Uil, “quando arrivano le bollette rincarate e quando vengono dati aiuti alle aziende, scaricati poi sul debito pubblico”.
Rinnovare contratti e salari
Il sindacato già si pone il problema di una situazione difficile da sostenere nel tempo. I salari andranno aggiornati ma non sarà semplice se i livelli di produzione e crescita rimarranno incerti e legati agli effetti del caro energia.
“È evidente che di questi incrementi inflativi”, propone Pierpaolo Bombardieri, “si dovrà tenere conto a livello contrattuale: è un cambiamento che non potrà essere ignorato in occasione dei rinnovi dei
contratti di categoria”.