BOLOGNA (ITALPRESS) – C'è la casa di Ludovico Ariosto, a Ferrara, con la sua facciata sobria e austera, e la casa-museo, fantasiosa e colorata, di Tonino Guerra a Pennabilli, nell'alta Valmarecchia. C'è la dimora natale, ora museo multimediale, del maestro Giuseppe Verdi a Roncole Verdi, Busseto, in provincia di Parma, il Museo Casa Pascoli a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) e l'edificio, a Bologna, dove Giosuè Carducci abitò dal 1890 fino alla morte. Poi, ancora, le case di Morandi, Fellini, Zavattini, Marconi. Un elenco davvero lungo, perché sono più di 90 i luoghi in Emilia-Romagna (individuati sinora dal Servizio Patrimonio culturale della Regione, ma la legge completerà il censimento) che, in forme più o meno ibride, rappresentano case museo, studi e archivi di artisti, cineasti, collezionisti, letterati, musicisti, personaggi storici, scienziati e inventori vissuti prevalentemente tra l'Ottocento e il Duemila. Ed è proprio per far crescere e conoscere ancor più questo variegato patrimonio, dove la cultura ha forma di casa e i suoi illustri abitanti parlano ancora attraverso le stanze, gli oggetti e le opere conservate, che la Regione ha approvato una legge (d'iniziativa della Giunta) ad hoc. Il via libera oggi, in Assemblea legislativa. "Consapevoli di questa ricchezza territoriale vasta e articolata- afferma Mauro Felicori, assessore regionale alla Cultura e Paesaggio- abbiamo tenuto conto del sapere, dell'esperienza e dei bisogni di chi concretamente tiene aperte queste dimore: a loro va un ringraziamento per avere partecipato con idee e suggerimenti al percorso comune che ha portato all'approvazione di questa legge di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio. I luoghi individuati preservano i segni del vivere e del lavorare di chi ha operato al loro interno, arricchendo la nostra possibilità di capirli a distanza di tempo e offrendo legami imprescindibili con i paesaggi culturali in cui sono immersi. Che si trovino nelle grandi città o nei piccoli paesi, questi luoghi ci regalano l'opportunità di un decentramento culturale che collega e valorizza, in un marchio di qualità comune, tutte le aree della nostra regione". Sul totale, quasi 30 di queste strutture sono a gestione pubblica; tutte le altre, qualora aperte e visitabili, sono gestite da privati (19), fondazioni (16), associazioni e realtà del Terzo settore (15). Una decina circa, al momento, non sono censibili per questioni di eredità. Tutte conservano le tracce dei tanti "illustri" che hanno contribuito a fare la storia dell'Emilia-Romagna. Come il pittore Remo Brindisi, il cui soggiorno estivo – una moderna struttura immersa nel verde della pineta del Lido di Spina – è stata trasformata in casa-museo, con arredi di design. O il collezionista, musicologo e scrittore Luigi Magnani, la cui villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo, sede della Fondazione Magnani-Rocca, ne ospita la prestigiosa collezione d'opere d'arte. A Savignano sul Rubicone, nel Museo di Secondo Casadei, si possono ammirare strumenti musicali, spartiti, immagini e dischi d'epoca del re del liscio, mentre sull'Appennino bolognese svettano le fantasie architettoniche – dal neomedievale al neorinascimentale, dal moresco al Liberty – della celebre Rocchetta voluta dal conte Cesare Mattei. (ITALPRESS). mgg/com 01-Feb-22 18:54