ROMA (ITALPRESS) – “Dopo 12 settimane di crescita continua, si osservano ora dei segnali di stabilizzazione dell’incidenza, della trasmissibilità sui casi ricoverati in ospedale e dell’occupazione dei posti letto in terapia intensiva. Ma si confermano segnali plurimi di allerta a livello regionale nelle attività di sorveglianza e indagine dei contatti. Lo scenario attuale dell’utilizzo dei servizi ospedalieri rende necessario evitare un aggravamento ulteriore delle condizioni di sovraccarico dei servizi sanitari, già fortemente impegnati. Le due grandi linee d’azione che caratterizzano la risposta sono da una parte il rispetto rigoroso delle misure, e dall’altro garantire la copertura vaccinale”. Nell’analisi settimanale sulla pandemia, il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro dipinge un quadro a tinte fosche, con una situazione epidemiologica che sembra avere toccato il suo picco. “Cresce ancora anche se meno velocemente il tasso di incidenza di Covid-19 nel nostro Paese, raggiungendo quota 2.011 casi per 100 mila abitanti – annota il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Gianni Rezza -. Siamo al di sopra dei 2 mila casi per 100 mila abitanti. Per quanto riguarda l’Rt si nota invece una tendenza ad una leggera flessione, a 1,3, quindi ancora sopra all’unità. Il tasso di occupazione di area medica e nelle terapie intensive è rispettivamente al 31,6 e al 17,3%”.
“Soprattutto per quanto riguarda l’area medica – prosegue – siamo al di sopra della soglia critica e sono diverse le regioni che hanno superato la soglia critica sia per l’area medica che per la terapia intensiva. Data la grande contagiosità della variante Omicron che oramai predominante – è la sua analisi finale – è bene continuare a mantenere dei comportamenti ispirati alla prudenza e soprattutto completare il ciclo vaccinale per evitare la congestione delle strutture ospedaliere”. Silvio Brusaferro registra questa settimana “un indice di stabilizzazione della curva. L’indice Rt per sintomi è in decrescita, così come l’Rt per le ospedalizzazioni. In entrambi i casi ci troviamo sopra la soglia epidemica, ma vediamo un rallentamento rispetto alle settimane precedenti. Il quadro epidemiologico è omogeneo in tutto il Paese”. Nel dettaglio delle fasce di età, Brusaferro evidenzia che “una decrescita più marcata nella fascia 20-29 anni, rimane una crescita nella fascia 0-9 anni. L’incidenza dei ricoveri nella fascia 0-9 ha numeri contenuti ma questo ci dice anche l’importanza della vaccinazione. L’età mediana di chi contrae l’infezione è di 38 anni, chi è ospedalizzato ha un’età mediana tra 70 e 67 anni, chi decede rimane su un’età sopra gli 80 anni, e questo sottolinea l’importanza di vaccinarsi. Nelle terapie intensive c’è una lieve crescita, ma possiamo considerare un forte rallentamento. Le are mediche sono invece caratterizzate da una crescita”.
Sul fronte vaccinale si evidenzia “una maggiore crescita delle persone che fanno una dose booster, soprattutto gli over 80. E in questa settimana si sta evidenziando l’incremento di persone che fanno la prima dose, con gli over 80 al 96%. I bambini più piccoli, 5-12 anni hanno superato il 25%. C’è però una parte di popolazione, nelle fasce dai 30 ai 50 anni, che non hanno iniziato la prima dose e per le quali è raccomandato. Si nota – osserva Brusaferro – come la protezione del vaccino per malattia grave sia molto elevata”.