Di Antonio Falconio, ricorderemo il suo inconfondibile stile gentile. Quello del giornalista, dell’intelligente protagonista politico e uomo di eccezionale cultura. È stato il nostro Direttore ma è stato soprattutto un uomo politico pacato e generoso, un sentimentale libero dai pregiudizi, aperto al confronto anche il più controverso. Protagonista di quella grande stagione cattolica e liberale che porta il nome di Democrazia Cristiana di cui è stato un esponente nazionale di primo piano. Falconio era un cavallo di razza riservato e schivo, nei suoi molteplici ruoli di persona perbene che ha sacrificato molto di sé per dedicare le sue energie all’Abruzzo.
Falconio era nato nel 1938 a Navelli, uno dei borghi montani più belli d’Italia, ricevendo proprio da quelle montagne e altipiani rocciosi e nel contempo eterei un imprinting verso la pazienza, la ricerca di una verità in bilico tra politica e storia. Le sue grandi passioni, che riusciva ad intrecciare in modo formidabile. Era capace di raccontare vicende politiche complesse collegandole alla vita dei “fraticelli” eremiti che in tempi passati vivevano sui monti abruzzesi.
Aveva maturato una straordinaria competenza negli affari di politica europea, da uomo delle istituzioni viveva nel costante impegno di creare condizioni di favore per l’Abruzzo. L’instaurare un filo diretto con Bruxelles dove aveva avuto una decisiva esperienza formativa come braccio destro di Lorenzo Natali. Da giovane “Nataliano” era un cultore delle materie istituzionali europee. Ne conosceva le leggi, le norme, gli esponenti politici, i funzionari per avere da loro una attenzione maggiore verso il regionalismo. Era stato presidente europeo delle Regioni d’Europa.
La sua presidenza alla Regione Abruzzo aveva permesso di realizzare una politica di Centrosinistra di apertura al territorio. Impegno rivolto ad una una unica ambizione quella del dialogo senza isterismi e battibecchi. Detestava gli schiamazzi e gli orpelli esteriori del potere. Un metodo acquisito grazie l’amicizia con un altro protagonista della vita politica regionale e nazionale, Franco Marini, nato a San Pio delle Camere, ad un tiro di schioppo da Navelli.
Si potrebbe dire che la politica abruzzese è stata forgiata da uomini come Remo Gaspari, Marini e Falconio provenienti tutti da piccole realtà. Da paesi montani, e partendo da questi Borghi hanno dominato una intera regione e spesso anche sulla vita nazionale del Paese.
Ricordiamo di Antonio Falconio la sua passione per la storia, per quelle vicende dove i protagonisti sono gli ultimi, i territori più fragili, le aree meno agiate. La sua visione istituzionale era nel solco di una politica sociale, dove il cattolicesimo si univa ad una idea di lotta contro le disuguaglianze, contro le emarginazioni. Dietro lo stile gentile e affabile Antonio Falconio celava una grinta tutta sua, nella difesa dell’Abruzzo che ricordava anche come regione di grande povertà del “pane e della mela”, delle fosse comuni, dell’indigenza, degli stenti di una popolazione ricca di umanità e rispetto. Lo salutiamo con un abbraccio fatto di gratitudine ed affetto, rivolgiamo il cordoglio alla sua famiglia e a quanti ne hanno apprezzato le doti, per la perdita del caro Antonio Falconio.