Stringendo un fascio di quotidiani che reclamizzavano in prima pagina la sanzione di oltre un miliardo e 128 milioni di euro Inflitta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato ad Amazon per abuso di posizione dominante nei confronti degli operatori concorrenti nel servizio di logistica per e-commerce, Il Marziano mi ha chiesto di spiegargli come sia stato possibile dedicare tanta attenzione alla dominanza di quella multinazionale nel mercato italiano dei servizi di intermediazione su marketplace, mentre – quasi in contemporanea- si consumavano intese e abusi non meno gravi nei confronti degli Stati da parte delle imprese farmaceutiche produttrici di vaccini contro il covid.
Il solo porsi un simile problema dimostra come sia diversa la scala di valori in base ai quali si esprimono – sulla terra, come sugli altri pianeti – giudizi afferenti l’attività di poteri pubblici che si dicono indipendenti dalle amministrazioni entro le quali operano, ma che utilizzano la loro indipendenza senza che alcun giudice possa sindacare le disparità di trattamento da loro compiute rispetto ai diversi operatori e ai diversi mercati.
Conoscendo l’idiosincrasia di Kurt per le formule magiche utilizzate dalla scienza giuridica per giustificare le regole di condotta di coloro che guidano l’apparato amministrativo inteso come macchina dell’obbedienza, ho tentato di chiudere il discorso ricordandogli che la maggior parte dei beni acquistati attraverso Amazon ha carattere essenzialmente voluttuario, mentre i produttori di vaccini commercializzano beni idonei a salvare non solo le vite umane, ma anche l’economia dei Paesi colpiti da pandemia.
Il Marziano però è d’indole coriacea. E non si accontenta di risposte che solo apparentemente possano soddisfare i suoi dubbi e così mi ha ricordato che – mentre il Patron di Amazon, per far parlare di sé, deve addirittura organizzare almeno un viaggio negli spazi cosmici, portando con sé la figlia del primo astronauta americano – gli uomini di governo occidentali vanno a braccetto con i capi delle prime quattro aziende produttrici di vaccini, consentendo loro di fare ciò che è vietato a qualunque altro comune mortale: imprenditore (ivi compreso il Mr. Bezos di Amazon) o non imprenditore che egli sia.
Costoro hanno potuto infatti permettersi comportamenti come il parcheggiare i propri jet privati accanto all’aereo del Primo Ministro britannico Johnson, o dormire nelle residenze usate per ospitare capi di governo e non semplici capi di aziende, o ancora farsi implorare amicizia dal primo cittadino degli Stati Uniti d’America.
Se poi si combinano questi comportamenti straordinari con il divieto permanente di fumo che alcuni Governi si apprestano ad Imporre ai cittadini dei loro Paesi, ecco farsi sempre più concreto il rischio che le correnti ideologiche sanitarie vado a schiacciare non solo la libertà di vivere come più ci piace, ma anche le più elementari regole di concorrenza, per qualificare loro con pesi e misure diverse a seconda della capacità di ciascuna di quelle regole di incidere – più o meno direttamente – sulla salute di noi tutti.
D’altronde se è vero che la disparità di trattamento, anche dal punto di vista sanzionatorio, è uno degli indici dell’eccesso di potere che i giudici di ogni ordinamento sono chiamati a reprimere, è altrettanto vero che – quando si crede (oh si vuol far credere) che la distribuzione di determinate merci avvenga solo fine di tutelare la salute di ognuno – anche l’istituto della disparità di trattamento come figura sintomatica dell’eccesso di potere rischia di venir meno, come è appunto venuto meno nella vicenda che oggi ci occupa.
Tornando al caso Amazon, mi è difficile cancellare l’idea che – attraverso l’ irrogazione della multa monstre inflitta a quell’azienda – l’Autorità Garante Abbia voluto tutelare solamente i concorrenti di quest’ultima, piuttosto che i consumatori e questo mi sembra già un approccio erroneo rispetto ad una corretta applicazione del diritto antitrust quale è disegnato dalla legge italiana, ma e prima ancora dai Trattati istitutivi dell’Unione Europea.
A fronte di questa mia difesa dell’attività di Amazon sul mercato italiano, Kurt ha domandato quali siano le ragioni di questo mio andare controcorrente rispetto a tutto quello che abbiamo letto in questi giorni sull’argomento.
“Perché temo – gli ho risposto – che un provvedimento così pesante sia stato adottato al solo fine di proteggere i concorrenti di Amazon, ma senza adeguatamente considerare gli interessi dei consumatori: interessi che hanno un valore uguale (se non superiore) a quelli delle imprese, almeno al fine di continuare a regolare correttamente il gioco della concorrenza.”
A quel punto il Marziano ha cominciato a parlar d’altro: segno che non si era ancora fatto una opinione definita sulla vicenda.
Per parte mia non ho voluto costringerlo ad accelerare la propria presa di posizione, sapendo che sicuramente torneremo presto sull’argomento.