Le prospettive economiche positive sovrastano quelle negative. L’Italia gira a ritmi sostenuti così da permettere la risalita del Pil più forte delle attese. Il Centro studi di Confindustria non ha dubbi il Paese ha imboccato una strada sicura, grazie a un mix di fattori. Le linee guida di Governo impostate dal premier Draghi come l’annuncio di non mettere nuove tasse e di ridurre quelle attuali; l’effetto meno impattante del previsto della variante Delta, e un debito pubblico che si è attenuato.
Il rapporto di Confindustria
Il Centro studi motiva il suo ottimismo con un +6,1%, due punti in più rispetto alle stime di aprile, seguito da un ulteriore +4,1% nel 2022. Gli analisti spiegano: “Questa robusta ripartenza del Pil, pari a oltre +10% nel biennio, dopo il quasi -9% del 2020, riporterebbe la nostra economia sopra i livelli pre-crisi nella prima metà del 2022, in anticipo rispetto alle attese iniziali”. La revisione al rialzo è spiegata “dall’impatto più contenuto, rispetto a quanto si temeva, della variante Delta”.
Bonomi: superare la crisi
Il leader di Confindustria, Carlo Bonomi indica una strategia percorribile. “Una manovra di bilancio che, nel rispetto del sentiero di riduzione del debito pubblico, accompagni il Paese verso l’uscita dalla crisi economico-sociale legata alla pandemia, attraverso una progressiva uscita dalle misure emergenziali”. Per Confindustria servono riforme strutturali che rappresentano la chiave per irrobustire in modo duraturo il potenziale di crescita del paese. “Nello spirito del messaggio lanciato dal Presidente del Consiglio Draghi”, ricorda Bonomi, “all’assemblea degli industriali, non preveda nuove tasse”.
Previsioni d’autunno
Il Centro studi di Confindustria rileva che il Governo, nella Nadef “ha migliorato gli obiettivi di deficit e rivisto in miglioramento deficit e debito tendenziali”.
Ciò consente di liberare risorse e quindi di realizzare, con la prossima Legge di Bilancio, “una manovra netta espansiva sul 2022 per circa 1,2 punti di pil nominale, pari a 22,7 miliardi di euro”.
Occupazione in ripresa
Stando ai numeri del Centro studi il numero di persone occupate, dopo aver toccato il minimo nel primo trimestre 2021 (-811mila unità rispetto al quarto 2019), “ha recuperato quasi la metà della caduta (+398mila unità nel bimestre luglio-agosto su inizio 2021, ma ancora -413mila rispetto a fine 2019)”.
Meno deficit
Sul fronte dei conti pubblici gli analisti prevedono un “deficit migliore delle attese”: con le sue previsioni di autunno “stima un indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche al 9,4% del pil quest’anno (dal 9,6% del 2020) e al 4,6% nel 2022”. E spiega: “L’ampio miglioramento del deficit pubblico nel 2021, rispetto alla stima programmatica del Governo di aprile scorso è spiegato dalla crescita robusta e superiore alle attese del Pil”.
I rischi
Di fronte ad una ripresa dalla crisi “ben avviata”, il leader degli industriali rileva che “nonostante le prospettive positive lo scenario presenta alcuni rischi”. “La guardia va tenuta alta sia per garantire che il rimbalzo in atto sia ampio a sufficienza per colmare il divario causato dalla recessione 2020”.