Sulla delega fiscale, e sulla bozza della riforma del catasto è rottura tra Lega e Governo, ma il Cdm da il via libera alla delega. Il disappunto leghista testimoniato dall’uscita di scena dei ministri, con Salvini che polemizza: “Non voto la delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi”. La presa di posizione si consuma nel primo pomeriggio durante la riunione della Cabina di regia (la parte tecnica delle decisioni) che anticipa il Consiglio dei ministri sulla delega fiscale, e con essa la controversa decisione della riforma del catasto.
La Lega se ne va
A sorpresa sollecitando una “questione di metodo”, la Lega lascia il Consiglio dei ministri presieduta dal premier Draghi e dal ministro delle Finanze Daniele Franco. Il Carroccio, osserva che non si possono ricevere “le carte” solo all’ultimo, non è “serio”, è il ragionamento, votare “sulla fiducia”, senza avere avuto modo di leggere i testi. Tra i dubbi sollevati anche quello delle coperture necessarie per dare attuazione alla riforma dell’Irpef. Secca la replica del premier che alla domanda sulla assenza della Lega, risponde: “la spiegherà l’onorevole Salvini oggi o domani. Ma gli scambi avvenuti in cabina regia e nelle conversazioni avevano dato sufficienti elementi per valutare la legge delega”.
La riunione va avanti
A Palazzo Chigi il ruolino di marcia non subisce inciampi. Dopo la Cabina il Consiglio dei ministri con Draghi e Franco, – impegnati successivamente nella conferenza stampa – con all’ordine del giorno la delega per la riforma fiscale e leggi regionali. Il Cdm da il via libera anche in assenza dei ministri leghisti. Un passo necessario previsto per l’attuazione del Piano nazionale di Ripresa per accedere ai fondi europei.
La conferenza stampa
“Vorrei puntualizzare”, esordisce il Premier Draghi durante la conferenza stampa, “che la legge è una legge delega e quindi è una legge generale che poi andrà riempita da contenuti con un ulteriore momento di confronto”. Con una indicazione “Si può avere la sensazione che questa sua l’ultima parola sul fisco ma
per fortuna o purtroppo il processo non è così semplice, prenderà molti anni”.
Catasto, interviene Draghi
“Non è revisione del catasto ma una riformulazione”, chiarisce il Premier in risposta ai dubbi della Lega, “il governo si impegna ad accatastare tutto quello che non è accatastato, terreni, abitazioni, e procede a una revisione delle rendite catastali adeguandole alle rendite di mercato. A parte che ci voglio 5 anni ma il governo si impegna che nessuno pagherà di più o di meno, le rendite restano invariate”. E ancora chiarisce Draghi: “Il contribuente medio non si accorgerà di nulla per quanto riguarda il catasto, resterà tutto come prima”.
Franco, più efficienza
La riforma per il ministro Franco è un’opportunità “verso un sistema che sia più efficiente e meno distorsivo”
Uno degli obiettivi della delega fiscale è il “contrasto all’evasione e all’elusione fiscale. È un problema non nuovo in Italia”. Il ministro spiega che la differenza tra gettito teorico e gettito effettivo “si stima sia di circa 100 miliardi”. Il governo inoltre intende “ridurre il cuneo fiscale sul lavoro che in Italia è relativamente elevato, per un lavoratore di reddito medio è di 5 punti superiore a quello della media europea”.
L’Ok del Cdm senza Lega
Il Cdm alle 16.30 da il via libera – senza la Lega – alla revisione del fisco che si estende su 10 articoli. Dal taglio dell’Irpef e dell’Ires alla razionalizzazione dell’Iva, fino alla fusione fra l’agenzia delle Entrate e quella della Riscossione. Nella bozza uno spazio particolare è per la “modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e la revisione del catasto di fabbricati”. Prevista la riduzione delle aliquote medie per favorire il lavoro. Gli obiettivi della riforma sono la crescita dell’economia, “attraverso l’aumento dell’efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione; la razionalizzazione e semplificazione del sistema tributario, preservandone la progressività, da attuarsi anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei cosiddetti ‘micro-tributi’, la riduzione dell’evasione”. La revisione dell’Irpef, sottolinea Franco, sarà attuata con una riduzione a scaglioni delle aliquote medie Irpef “anche al fine di incentivare, l’offerta di lavoro e partecipazione al mercato del lavoro”.
La replica di Salvini
Il leder della Lega spiega lo strappo. “Non voto la delega fiscale perché non contiene quello che era negli accordi. I ministri della Lega non possono averla in mano alle 13.30 per una riunione alle 14. Non è l’oroscopo, non è possibile avere mezz’ora di tempo per analizzare il futuro degli italiani. C’è qualcosa da cambiare nella modalità operativa”, contesta Salvini che rilancia, “I nostri ministri mi dicevano che nei corridoio tutti gli altri ministri dicevano ‘avete ragione’. Poi dentro per ipocrisia si china il capo e si alza la manina.
Noi non chiniamo il capo quando ci sono di mezzo la casa e il risparmio degli italiani. C’è un’ipotesi di aumento di tasse che la Lega non avalla”. Poi frena sulle ipotesi di crisi. “Non è una crisi di governo”, conclude Salvini, “C’è un governo che deve chiarire che non è il momento di aumentare le tasse”.