Liti che diventano un fardello per tutti. Per chi le disputa – ammesso che i protagonisti siano in buona fede – e sia per quanti dovranno dirimere le controversie. La giustizia tributaria soffoca sotto il peso dei ricorsi pendenti. Un solo dato per capire le difficoltà: per ogni giudice tributario nelle sezioni della Cassazione ci sono oltre 1.300 casi da smaltire. Con procedimenti talvolta iniziati anche dieci anni fa, per i quali sotto i 50 mila euro si profila la rottamazione.
Le liti fiscali In tutto le liti fiscali in arretrato approdate in Cassazione superano i 50 mila casi. Una montagna di fascicoli che hanno come controvalore finanziario qualcosa come 37 miliardi. Una cifra che dimostra anche il livello economico raggiunto dai contenziosi. Ora il Governo appare deciso ad accelerare la definizione delle liti, la parola d’ordine è “smaltire” con un percorso che preveda delle agevolazioni,
riduzioni delle sanzioni, ma anche una rinuncia dello Stato. Si ipotizza, infatti, la possibile rottamazione di una parte dei contenziosi. Una estinzione del procedimento quando l’arco di tempo si è protratto oltre ogni limite.
La riforma
Le liti finanziarie mettono in gioco due ministeri quello dell’Economia e Finanze e quello della Giustizia. Il primo competente per il primo e secondo grado di giudizio, mentre, se il procedimento approda in
Cassazione allora ad occuparsene sarà il dicastero di via Arenula. I tecnici dei due ministeri sono al lavoro, mentre la Commissione parlamentare competente per la riforma dovrà fare la quadratura del cerchio. Sfoltire procedimenti per essere in linea con i principi di attuazione del Piano nazionale di ripresa eresilienza, che annovera tra le sue linee di azione il capitolo riforma della giustizia. Con l’obiettivo di rimettere in moto la giustizia tributaria.
Abbattere i contenziosi Lo sfoltimento delle pratiche passa anche attraverso un aumento di organico presso il Ministero della Giustizia. Si parla di nuove assunzioni con un bando riservato a 58 nuovi consiglieri. Se la macchina sarà avviata – si lavora per i tempi brevi – allora si riuscirà a fare un esame dei procedimenti, individuando diversi percorsi. Tra quelli che dovranno essere posti in discussione e quelli da porre in rottamazione. Nel secondo caso c’è la possibilità di non procedere per quelle cause pendenti in Cassazione iscritte a ruolo da oltre dieci anni, per le quali le Agenzie fiscali sono state già soccombenti. In questo caso – la misura sarebbe applicabile solo per procedimenti che valgono fino a 50mila euro – la causa si estinguerebbe senza spese processuali.