«La situazione è chiara: in tutto il Paese si registra in modo consistente la riduzione di contagi, ricoveri nelle terapie intensive e nei reparti di medicina. Gli indicatori di replicazione virale sono al di sotto dell’unità, significa che non ci aspettiamo una progressione dei casi perché la trasmissibilità in questa fase è contenuta».
Sono le parole di Lucia Bisceglia, presidente dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie), intervistata dal Corriere della Sera. «L’elevato livello di copertura vaccinale, che speriamo di consolidare nei prossimi giorni, dovrebbe darci tranquillità. Il calo è dovuto alle vaccinazioni, arma fondamentale. Di certo sappiamo che nel 2020, in corrispondenza della riapertura della scuola e del ritorno in ambienti chiusi, la curva ha ripreso a crescere. Stiamo andando incontro a un periodo nel quale si determinano circostanze che facilitano i contatti fra persone in ambienti ristretti. Il virus approfitta di queste situazioni per provare a riprendere spazio. Non dobbiamo consentirlo». Altri Paesi hanno adottato politiche più aperturiste.
«Le parlo della Danimarca, che conosco bene. Il governo già più di una settimana fa ha abolito tutte le restrizioni, decidendo di tornare alla normalità. Adesso però si comincia a osservare un incremento limitato dei contagi, non paragonabile a quello di Israele (dove dopo l’avvio della campagna della terza dose la curva è di nuovo crollata) e del Regno Unito dove si è avuto un incremento importante di casi all’inizio dell’estate. Attualmente la curva sta risalendo lentamente pur senza i picchi di luglio». «Fare il confronto con l’estero è difficile perché nei diversi Paesi sono presenti una serie di variabili nell’introduzione delle misure che rendono difficile la comparazione. Occorre fare ricorso a tutte le evidenze scientifiche disponibili per utilizzare gli strumenti più efficaci, vaccino e mascherine» conclude.