Sui licenziamenti le cose non vanno nel verso sperato dai sindacati. Lo testimonia l’insistenza con cui Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato il premier Draghi nel chiedere di bloccare il “Far West” dalla fine dei rapporti di lavoro annunciati via mail e whatsapp a operai e dipendenti. A fare acqua è il patto Governo-Sindacati firmato il 29 giugno, che prevedeva un ampliamento delle tutele e maggiori garanzie.
Soldi dati anche a chi licenzia
Con disappunto la Uil segnala che a licenziare sono state anche quelle multinazionali che hanno beneficiato di fondi statali per l’emergenza Covid e l’occupazione “Abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio di riconvocare il tavolo previsto nell’accordo sottoscritto, e lui ha detto che ci convocherà nell’ultima settimana di agosto o nella prima di settembre”, sottolinea il Segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri,
“Vorrei ricordare che quando siamo andati in piazza per chiedere la proroga del blocco dei licenziamenti, la politica e il Governo parlavano di selettività, ma i soldi alle aziende sono stati dati a tutte, anche a quelle che hanno la sede legale all’estero. Bisognerebbe, invece, chiedere un impegno preciso alle aziende perché mantengano l’occupazione”.
Strapotere delle multinazionali
Per la Uil i conti non tornano dal momento che grandi gruppi industriali hanno ottenuto benefici economici e fiscali ma hanno disatteso i patti licenziando. “Inoltre”, sottolinea il leader della Uil, “si dovrà, finalmente, parlare di politiche industriali in questo Paese e contrastare lo strapotere delle multinazionali, mettendo sul tavolo scelte chiare. Oggi, queste scelte di politica industriale, anche rispetto alle risorse previste nel Piano nazionale di Rinascita, mi pare che ancora non ci siano”.
Trovare i fondi
Pur non usando toni polemici e ultimativi il segretario della Uil pone un quesito a governo e premier, sul come saranno finanziati i progetti per occupazione e ammortizzatori sociali. Finora, infatti, a parte i soldi recuperati dal Cashback e convegni sull’argomento non sono stati trovati i fondi necessari. Né per il lavoro e nemmeno per la riforma della previdenza questioni rinviate a settembre e in autunno.
“Forse”, conclude Bombardieri, “sarebbe necessario partire da qui e dal finanziamento degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro”.