Criptovalute? No grazie. È la scelta della Consob che si allinea, per molti versi anticipandola, alla stretta imposta dalla Cina. Ad aprile, infatti, Consob (Commissione nazionale per le società di borsa) e
Bankitalia avevano messo in guardia i piccoli risparmiatori sul rischio di investimenti in criptovalute.
Pericolosità giudicata elevata in assenza di quadro regolamentare comune nell’UE. Un avviso
rivolto soprattutto ai piccoli investitori poco accorti che corrono il rischio di una “perdita integrale delle somme di denaro utilizzate”.
Il problema posto dalle due istituzioni finanziarie Italiane è la poca trasparenza nella determinazione dei prezzi, nella persistente volatilità e, non da meno, la complessità delle tecnologie di cui le cripto valute si avvalgono.
STOP A BINANCE
Negli ultimi giorni la Commissione di controllo presieduta da Paolo Savona ha lanciato un nuovo allarme in sintonia con la procedura regolatoria aperta dal Regno Unito, questa volta contro le società del gruppo Binance.
La Commissione italiana ha annunciato che: “le società del Gruppo Binance (exchange di criptovalute statunitense) non sono autorizzate a prestare servizi e attività di investimento in Italia, nemmeno tramite il sito, le cui sezioni denominate ‘derivatives’ e ‘stock token’, relative a strumenti correlati a crypto-attività, sono risultate in precedenza redatte anche in lingua italiana”. Insomma uno stop severo.
INVESTITORI AVVISATI
Con un avviso agli investitori italiani che secondo la Consob dovranno “usare la massima diligenza al fine di effettuare in piena consapevolezza le scelte di investimento verificando preventivamente che i siti internet mediante i quali si effettua l’investimento siano riconducibili a soggetti autorizzati”, e a “prestare la massima
cautela nell’effettuare operazioni su strumenti correlati a cripto-attività (crypto-asset) che possono comportare la perdita integrale delle somme di denaro utilizzate”.
POCHE NORME UE
Una mossa perentoria per dare un segnale e sollecitare un quadro regolamentare comune europeo, con norme giuridiche chiare. A livello planetario l’attenzione sulle criptovalute si è acuita con l’intervento della Cina che ha ordinato agli istituti di credito e ai sistemi di pagamento elettronici di rinunciare a qualsiasi attività relativa alle criptovalute.
Sullo sfondo, inoltre, si muovono anche gli investitori statunitensi, che si stanno coordinando per una class action finalizzata ad ottenere la restituzione di alcune somme investite.