Non è bastata una pandemia globale né gli avvertimenti dell’Oms a fermare l’orrore del Festival di Yulin, durante il quale vengono macellati migliaia di cani e gatti per ben dieci giorni a partire dal solstizio d’estate. L’Organizzazione mondiale della sanità, alla luce degli sviluppi sulle indagini relative al passaggio del Covid-19 dagli animali agli esseri umani, ha intimato di fermare la vendita di animali selvatici vivi nei mercati per prevenire la diffusione di altre malattie infettive: “Gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive emergenti nell’uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus”. La manifestazione sanguinaria, il cui nome ufficiale è Yulin dog meat festival, è un concentrato di crudeltà verso cani e gatti, rinchiusi in piccole gabbie in attesa di essere macellati. Carcasse di animali esposte sulle bancarelle come se fossero accessori e sangue ovunque è lo scenario raccapricciante che fa da sfondo alla manifestazione.
Le denunce di World Dog Alliance
Se non bastasse, è credenza comune che “torturare un cane prima della ‘lavorazione’ è un metodo consigliato per preservare le presunte proprietà̀ ‘energetiche’ della carne”, si legge nel rapporto della World Dog Alliance, organizzazione internazionale che si batte in tutto il mondo contro il consumo e il commercio della carne di cane. Secondo i suoi dati, trenta milioni di cani sono uccisi e mangiati ogni anno in Asia, il 70% sono animali domestici sottratti alle famiglie. Ancora oggi l’80% dei vietnamiti, il 60% dei coreani e il 20% della popolazione cinese mangia carne di cane. “Vedere migliaia di cani così brutalmente massacrati – denuncia Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente – non deve lasciare indifferente nessuno. È incredibile che, nonostante l’indignazione del mondo intero, le autorità cinesi ancora permettano al festival di andare avanti. Rinnovo l’appello all’Unione europea e al governo italiano perché’ faccia pressione sul governo cinese. Nel Terzo Millennio il festival di Yulin non può esistere”.
L’assenza della politica e delle associazioni
Assordante il silenzio dell’Italia, degli ambientalisti, di tutti quelli che di questi tempi stanno professando la necessità di ricucire gli strappi tra gli esseri umani e madre natura, rispetto a questo scempio che si rinnova impunemente ogni anno a danno di quelli che noi abbiamo eletto come i “migliori amici dell’uomo”. Su questo luogo comune è stata creata una galassia letteraria e cinematografica che a quanto pare resta pura retorica e speculazione commerciale se non ci si indigna coralmente davanti a questa fiera dell’orrore, le cui immagini sono ovunque nel web. Trasportati su camion senza cibo né acqua, molti degli animali muoiono per disidratazione, soffocamento o colpi di calore già prima di raggiungere il patibolo, dove verranno picchiati a morte con pali di metallo, se non addirittura bolliti vivi.