Dopo il lavoro i sindacati aprono un altro fronte, quello del fisco. Giudicano il percorso finora seguito nei lavori parlamentari poco cosa, la riforma per Cgil, Cisl e Uil deve partire da una riduzione delle tasse sui lavoratori dipendenti e pensionati.
“Se le direttrici della riforma fiscale fossero quelle emerse dall’anticipazione delle conclusioni dell’indagine conoscitiva delle commissioni di Camera e Senato”, affermano la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, e i segretari confederali di Cisl e Uil Giulio Romani e Domenico Proietti, “sarebbero poco rispondenti alle necessità di una riforma fiscale equa e giusta”. La linea di Cgil, Cisl e Uil è quella di sgravi fiscali per le categorie che più versano allo Stato e di una lotta alla evasione.
“L’Irpef”, sottolineano i tre dirigenti sindacali, “va riformata attraverso una diminuzione delle tasse per lavoratori dipendenti e pensionati, che da soli versano oltre il 90% del gettito netto, ed un ampliamento della base imponibile”. Fracassi, Romani e Proietti aggiungono che “Il regime dei forfait va ridiscusso; sarebbe sbagliato ridurre le imposte sulle rendite finanziarie”. La riforma per i sindacati deve essere incisiva e giusta, nel senso che vanno colpite quelle aree che sono manifeste nelle evasione fiscale.
“Occorre contemporaneamente attuare una svolta epocale nella lotta all’evasione per recuperare i 110 miliardi che vengono sottratti alla collettività ogni anno e che rappresentano la via prioritaria per rafforzare le politiche pubbliche”, sottolineano Fracassi, Romani e Proietti, “Abbiamo da tempo presentato una piattaforma in cui chiediamo una riforma complessiva del sistema fiscale che ripristini l’equità. Le mobilitazioni di oggi a Torino, Firenze e Bari”, concludono i dirigenti di Cgil, Cisl e Uil, “sono l’occasione anche per rilanciare la piattaforma e ribadire che la riforma del fisco non può prescindere da un confronto con i sindacati che il Governo deve al più presto avviare”.