I Bitcoin stanno sollevando una serie di gravi problemi. Già qualche anno fa Mario Draghi affermava che i Bitcoin non possano essere considerati una valuta, poiché, mentre le altre monete sono sostenute dalle banche centrali o dai loro governi, nessuno sostiene i Bitcoin. La dichiarazione venne rilanciata nei giorni in cui era appena esplosa la speculazione, che aveva determinato il crollo del valore dei Bitcoin, dopo che essi avevano raggiunto il valore di circa 20.000 dollari. L’attuale Presidente del Consiglio non ha incluso nel suo programma la disciplina dei Bitcoin, visto che attualmente esiste il grave problema di combattere la pandemia.
Sulla questione è tornato di recente Paolo Savona, Presidente della Consob, il quale, in occasione del consueto incontro con il mercato finanziario, ha dichiarato che rispetto alle criptovalute la disciplina fino adesso applicata non è sufficiente.
Da qui l’esigenza di adottare una normativa sull’origine degli strumenti criptati e sulle loro connessioni tra attività e passività monetarie.
Le criptovalute sono in evoluzione ed esiste il rischio che si ripeta una crisi analoga a quella che si è sviluppata prima del 2008 , quando i derivati raggiunsero una dimensione di circa dieci volte il Pil globale. Questo ha affermato il Presidente Savona, il quale ha anche sostenuto che qualcosa di simile accade nel mercato dei prodotti monetari e virtuali. Lunedì il valore del Bitcoin si è avvicinato alla soglia di 40.000 dollari. Anche l’ex ministro degli Affari europei ritiene, che le regole fino adesso adottate, per disciplinare la materia non sono più sufficienti.
Gli strumenti monetari virtuali, attualmente, ha subito una diversificazione, sicché essi non rappresentano più una certezza, visto che esistono più di 4 mila criptocurrency, che operano senza alcun controllo.
Del problema si è anche occupata la Commissione europea, visto che essa ha avanzato una strategia per la finanza digitale adesso all’esame del Parlamento.
In estrema sintesi: il governo della moneta è da tempo esclusivo appannaggio degli stati, poiché, la moneta è uno degli strumenti di politica economica. Il controllo della moneta è determinante, per intervenire sui vari cicli economici ed esso incide anche sul livello del saggio di interesse. Ad esempio, esiste il rischio che le monete virtuali possano creare un eccesso di liquidità –al di fuori del controllo della Banca centrale e degli organi di governo- e determinare un processo inflazionistico, tanto più che da più parti attualmente si paventa tale eventualità.
Da qui sorge l’esigenza di un celere intervento normativo, tenuto conto che i problemi, paventati dall’attuale Presidente del Consiglio si sono attenuati: visto che la pandemia sembra avviata verso una soluzione. Altrimenti, esiste il rischio concreto che si ripeta una crisi economica analoga a quella del 2007/2008.