Patrick Zaki ieri ha compiuto 30 anni “nel carcere di Tora, uno dei più crudeli al mondo.”
Scrive su Twitter Amnesty Italia – “La sua colpa? Aver difeso i diritti umani. Fin dal primo giorno ci battiamo per lui e non ci fermeremo fino a quando non sarà liberato.” Dal febbraio 2020, lo studente dell’università di Bologna si trova in cella in Egitto senza processo; e per la seconda volta compie gli anni da prigioniero.
LA FORZA CHE OGGETTIFICA
Patrick è vittima di un’assurda imposizione di forza. Quella forza che per la filosofa Weil oggettifica l’uomo: “quando viene esercitata fino in fondo, tramuta l’uomo in una cosa”. Come nell’immagine, sempre ricorrente nell’Iliade, dove “un attimo prima c’era qualcuno e quello dopo nessuno più” Zaki è stato improvvisamente imprigionato – e il dolore struggente che ne scaturisce, che è originato proprio da questo contrasto, lo rende vicino agli eroi omerici: che nello spazio di un momento da uomini divengono cose, e tutto ciò per un atto di forza; quella forza debole, gratuita, banale descritta ne L’Iliade o il poema della forza. Non è un caso forse che la stessa Simone paragonasse l’Iliade, la vita degli eroi alla vita di tutti i giorni: quella umana, la nostra – “Quasi tutta l’Iliade si svolge lontano dai bagni caldi. Quasi tutta la vita umana si svolge da sempre lontano dai bagni caldi.”
L’ANIMA NON E’ FATTA PER ABITARE UNA COSA
La forza in questi termini, non è che una forma “sommaria e grossolana” di potere. Non è la forza reale. E sembra quasi che Patrick Zaki per come lo ricordiamo a Bologna assuma i tratti, ora in carcere, di quel potere prodigioso proprio della forza più terribile: “tramutare in cosa un uomo che resta vivo”; è ancor peggio, ritiene Weil, che ucciderlo. Se muore, si rende oggetto in quanto cadavere – se in vita “egli ha un’anima, eppure è una cosa”. E ci chiediamo, come si chiedeva Simone, quanto costi ad un’anima doversi adattare ad una tale innaturale condizione. Ad uno stato di vita – se così si può chiamare – che le è improprio. “Quanto le costa contorcersi e ripiegarsi su stessa in continuazione? L’anima non è fatta per abitare una cosa; quando vi è costretta subisce violenza in ogni sua parte”.
LO SPIRITO EROICO DI PATRICK
A che punto si trova Patrick, oggi? . Che cos’è diventato? E per quanto tempo resisterà ancora la sua anima in quello stato, relegato a cosa, oggettificato dalla forza nella più letale delle sue forme? Il pensiero unanime che lo richiama a noi, che lo vuole libero: è forse questa la sola ed indispensabile forza positiva che ne mantiene ancora in vita lo spirito eroico; l’anima di un uomo che non possiamo permettere si renda cosa.