Tramontata l’idea della pace fiscale, poi quella della tregua ora si arriva all’assurdo. Il 2 agosto i contribuenti italiani saranno chiamati a versare in un’unica soluzione fino a 16 rate di cartelle esattoriali sospese. Stando così le cose si arriverà a travolgere milioni di famiglie in debito con lo Stato. Si tratta per lo più di multe, bollette, mancati versamenti, more, insomma somme basse, non certo maxi evasioni, contro le quali l’Agenzia delle entrate, appare impotente. La mannaia fiscale scenderà così all’inizio di agosto dritta sul collo dei piccoli contribuenti morosi. E se resteranno tali scatteranno i pignoramenti. Per evitare che in piena estate si inneschino tensioni sociali, – c’è la fine del blocco dei licenziamenti e ora anche i maxi pagamenti, su uno strato di 12 milioni di famiglie in difficoltà -, allora si corre ai ripari. “Il governo sta ragionando per ammorbidire”, dice la viceministra dell’Economia, Laura Castelli, “un numero alto, come quello di cui stiamo parlando, di rate che evidentemente si accatastano e che stiamo ragionando di diluire un po’ di più”. L’ipotesi evocata dalla Castelli, è stata presentata durante il dibattito “Quale fisco per il futuro”, promosso dal Sole 24 Ora. La viceministra dell’economia però è cauta e ammette che per ora non c’è nulla di deciso. “Nessuna promessa ma c’è un lavoro costante e dettagliato su questo”, racconta.
L’obiettivo è sfoltire e rinviare, ossia le due cose più logiche. Si discute anche come allontanare la prossima scadenza del 30 giugno dei pagamenti per le partite Iva, e pressanti richieste arrivano da più parti. “Stiamo valutando quanto può essere possibile questa cosa; stiamo parlando di una scadenza molto vicina quindi la celerità è d’oro, sarà complicato però ne stiamo discutendo”, commenta la viceministra dell’Economia. “Quando le difficoltà sono tante bisogna tirare le somme”, spiega ancora Laura Castelli. Gli effetti di un eventuale rinvio dei versamenti dell’imposta sul valore aggiunto “oggettivamente sono più pesanti perché sono entrate più corpose”. Si ragiona sui numeri ma con una certa astrazione dalla realtà dal
momento che sul fisco i partiti non riescono a portare a termine nemmeno una bozza di riforma. C’è una situazione di stallo tra riscossioni e riforma. Nel magazzino dell’Agenzia delle entrate ci sono oltre 900 miliardi di crediti inesigibili, nel contempo mettere in campo una riforma che veda tempi rapidi e un consenso generale, appare una utopia. I sindacati sono in allarme. Ritengono i mesi estivi cruciali per la ripresa economica, ma anche per il possibile innescarsi di tensioni. Quella “rottura sociale” che avrebbe un effetto destabilizzante su tutto. Non solo sulla politica ma, soprattutto, sull’economia e i progetti che l’Europa dovrà validare e finanziare.