Migliorare la sicurezza informatica in tutta l’UE sarà una delle priorità della Presidenza slovena dell’UE durante il suo mandato di sei mesi nella seconda metà dell’anno. Uros Svete, capo dell’Amministrazione per la Sicurezza delle Informazioni del paese, ha affermato che la Slovenia si adopererà per migliorare lo scambio di informazioni tra gli Stati membri e promuovere la cultura della sicurezza. L’Information Security Administration è l’ente nazionale sloveno responsabile della cybersecurity all’interno del Ministero della Pubblica Amministrazione, destinato a diventare un ufficio governativo indipendente. Dispone di un servizio di ispezione ed è anche un punto di contatto per la cooperazione con organismi nazionali simili in altri paesi.
Iztok Prezelj, esperto di sicurezza della Facoltà di Scienze Sociali di Lubiana, ha affermato che la Slovenia ha gia’ fatto molto per la sicurezza informatica ma – ha dichiarato alla agenzia di stampa STA – viste le crescenti minacce informatiche ci sono ancora molte sfide da affrontare a livello nazionale e come scambio di informazioni a livello europeo.
Una di queste sfide sarà aumentare la cultura della sicurezza, che implica fino a che punto le persone sono consapevoli di questo problema o sono preparate a reagire ad esso e quanto sono sviluppati i loro meccanismi di difesa. L’attuale direttiva dell’UE sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi, nota come NIS 1, ha già fornito alcune basi per lo scambio di dati, tuttavia è diventato chiaro che in particolare Paesi europei di minori dimensioni mancano capacità sufficienti e sono necessari protocolli di scambio di informazioni molto chiari. La revisione in corso di NIS 1 sarà una delle principali sfide per la Presidenza slovena: “la Slovenia e gli altri membri dell’UE dovranno lavorare per introdurre standard comuni di sicurezza delle informazioni in tutta Europa” ha affermato Prezelj: una delle carenze di NIS 1 è una metodologia che definisce quali istituzioni siano vincolate dalla direttiva. Sempre l’agenzia di stampa riporta ci sarebbero poco più di 20 di questi soggetti in Slovenia, contro – ad esempio – i 10.000 in Finlandia. i settori coperti dalla direttiva e da essa vincolati coprono attualmente i trasporti, la sanità e l’approvvigionamento alimentare, ma son destinati ad aumentare.
Il ruolo fondamentale della sicurezza informatica è stato sottolineato anche dal Primo Ministro Janez Jansa, parlando ai diplomatici sloveni la scorsa settimana, ad un mese dall’inizio della Presidenza dell’UE. Il primo documento strategico che affrontava la tematica della cyber security era stato preparato dal governo sloveno nel febbraio 2016.