Apriamo la diciassettesima uscita della rubrica “Crea Valore” con un’ ampia riflessione fatta dal prof. Ubaldo Livolsi, Presidente della prestigiosa boutique finanziaria “Livolsi and Partners SpA” riguardo una serie di Opa finalizzate al Delisting.
Professor Livolsi, in questo periodo si stanno susseguendo una serie di Offerte Pubbliche di Acquisto (OPA) finalizzate al consolidamento dei grandi gruppi societari: il Leone triestino (Generali Italia) è alla conquista di Cattolica, Marbles alla conquista di Retelit ed offre 2,85 euro per ogni azione.Fly rilancia a 2,55 euro rispetto a 2,4 su Carraro.
Quali saranno le conseguenze di queste operazioni finanziarie?
Delisting e consolidamento. Sono queste le caratteristiche che accomunano tre importanti operazioni di scena alla Borsa di Milano. La prima riguarda una vicenda tutta italiana e il comparto assicurativo: Generali ha lanciato un Opa totalitaria su Cattolica, a 6,75 euro per azione. Va detto che il Leone già controlla il 23,67% del capitale di Cattolica. La seconda concerne un comparto strategico per il Paese: quello delle tlc.
In questo caso Marbles, società indirettamente controllata dal fondo spagnolo Asterion, ha emesso un Opa volontaria sulle azione ordinarie di Retelit, a 2,85 euro per azione. Anche nella fattispecie Marbles, tramite la propria controllata Fiber 4.0, detiene il 28,74% di Retelit. La terza vicenda interessa una storica azienda italiana: la Carraro di Campodarsego, che produce sistemi di trasmissioni per trattori, oltre che in Italia, In India, Argentina, Cina e Brasile. Si tratta di una manovra per così dire fatta in casa. Fly, società controllata indirettamente da Enrico e Tomaso Carraro, promuove un’offerta pubblica di acquisto per acquisire la totalità delle azioni ordinarie della Carraro. Prima di entrare nel dettaglio delle tre circostanze, va subito sottolineato che sono molto significative sotto più punti di vista e dimostrano: 1 – che la finanza straordinaria è uno strumento fondamentale per il capitalismo italiano; 2 – che le nostre aziende agiscono in un contesto globale che richiede livelli dimensionali importanti; 3 – che l’economia, è strategica per una nazione e che la politica ha un ruolo sempre più importante nel suo indirizzo e controllo, anche per i risvolti sull’occupazione e sul mondo del lavoro in genere.
I PROBLEMI DELL’INTEGRAZIONE
L’Opa di Generali su Cattolica è un’iniziativa classica di delisting, che ha l’obiettivo di rafforzare l’offerta del Leone. In questo senso in una nota si legge che “l’offerta permetterà di valorizzare ulteriormente le caratteristiche distintive di Cattolica, anche grazie al contributo tecnologico e dimensionale di Generali, consentendo la realizzazione di importanti economie e sinergie industriali, con una particolare attenzione al mantenimento di alcuni elementi essenziali di Cattolica quali la tutela dell’identità e del legame storico col territorio”. Generali tramite l’acquisizione di Cattolica diventerebbe il primo gruppo nel mercato ramo danni e rafforzerebbe la propria presenza su quello vita.
L’obiettivo è l’integrazione, la creazione di sinergie e la crescita. Il consolidamento è necessario per essere competitivi nel settore assicurativo, che deve sempre più contrastare la concorrenza delle banche, che entrano con sempre maggior decisione nell’offerta di prodotti del ramo danni. Il Leone avrà di fronte a sé una sfida gigantesca: quella della riorganizzazione, dell’organizzazione e delle sue competenze. Non bisogna dare troppo per scontato che le due strutture siano in grado di fondersi senza problemi, non solo a livello di quadri, ma delle prime linee manageriali, che in questi casi mostrano diverse resistenze a condividere conoscenza e fare sinergie.
Ciò a cui guarda Generali è anche l’internazionalizzazione del suo business, che passa anch’essa tramite il consolidamento. Qui entrano in campo analisi che sono di pertinenza anche del Governo – che come vedremo toccano anche i casi di Retelit e di Carraro – . In particolare sono due gli aspetti da considerare. Il primo è quello della scalata delle nostre aziende da parte di quelle straniere. Senza dare ragione a chi si è spinto a parlare di una sorta di un mandante occulto di tale manovra, quale i francesi di Axa, che aspetterebbero la riuscita dell’Opa per poi tentarla a loro volta, una azienda che si ingrandisce nel medio periodo può vivere momenti critici e paradossalmente essere più debole, quindi possibile oggetto di tentazioni di conquista da parte di organizzazioni straniere. L’altro tema è quello occupazionale.
Sappiamo che, una volta terminato lo stop ai licenziamenti, l’occupazione nel nostro Paese subirà una significativa riduzione, si parla di oltre un milione di posti di lavoro a rischio. In casi simili, come è noto, le economie di scala spesso nascono anche il taglio dei costi, una condizione che il nostro Paese non è in grado di sopportare ulteriormente e su cui, oltre che naturalmente i sindacati, anche il Governo vigilerà.
LE SFIDE SULLE TELECOMUNICAZIONI
L’Opa di Marbles, controllata al 100% dal fondo spagnolo Asterion, su Retelit, società delle telecomunicazioni e dell’Ict quotata sul segmento Star di Borsa, anch’essa mira al delisting. Così si legge in una nota: “Retelit, nella condizione di società non quotata per effetto del delisting, sarebbe meglio in grado di perseguire potenziali opportunità di crescita, beneficiando di una semplificazione degli assetti proprietari con conseguente allineamento degli interessi della compagine azionaria, una maggiore rapidità nell’assunzione e nella messa in atto di decisioni di investimento e un accesso diretto a una fonte flessibile di capitale per il tramite dell’offerente”. Niente di male se Marbles realizzerà l’Opa con tali finalità.
Va anche detto che Retelit rappresenta per Asterion un’opportunità strategica notevole per entrare nel mercato italiano delle telecomunicazioni. Un settore cruciale e basti pensare al dibattito e alle polemiche sul 5G cinese.
Il nostro Paese, dove la domanda di banda larga è alta, insieme alla scarsa diffusione della banda ultra-larga e dell’utilizzo del 5G, è molto ambito dagli operatori internazionali quale occasione di business. Qui nasce però un dubbio. L’efficacia dell’Opa è subordinata alla condizione Golden Power. Si tratta di poteri propri del nostro Governo – tra gli altri, la facoltà di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni – esercitabili nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché di taluni ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei comparti dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni. Bisognerà vedere come il Governo Draghi agirà in tal senso. Non dimentichiamo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è la condizione da non perdere per vincere la sfida di modernizzazione dell’Italia.
Sul piatto della transizione digitale, come ricordato dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao, ci sono 50 miliardi di euro del Next Generation EU, investimenti destinati a realizzare progetti per svecchiare la PA, per irrobustire le competenze digitali e il sistema educativo, per sviluppare la telemedicina e la sanità digitale e le imprese che investono nel digitale, ad esempio nell’Industria 4.0.
OPA CON DELISTING E APERTURA AI RISPARMIATORI
Per quanto riguarda l’eccellenza italiana rappresenta dai Carraro, anche la loro è un’azione di delisting. Con l’offerta, Fly, società controllata indirettamente, tramite Finaid, ossia il veicolo diretto da Enrico e Tomaso Carraro, presidente e vicepresidente della società di Campodarsego, punta a rilevare tutto il flottante dell’azienda specializzata in sistemi di trasmissione per trattori (26,76% del capitale sociale). In questo modo la famiglia Carraro potrà ottenere la revoca dalla quotazione sull’Mta di Borsa Italiana. Anche qui va ricordato che con tale operazione la famiglia padovana intende essere maggiormente padrona delle proprie decisioni, così da poter realizzare un’importante opera di ristrutturazione.
Tale vicenda ricorda quanto già a suo tempo fatto dalla famiglia Benetton. Sarà anche qui fondamentale vedere come avverrà tale consolidamento sotto l’aspetto gestionale e che conseguenze avrà sul taglio dei costi e sul lato occupazionale, ambiti su cui il Governo non mancherà di badare. È interessante ricordare che quella di Carraro è solo l’ultima di una serie di Opa finalizzate al delisting: nella prima metà del 2021, Ima, Massimo Zanetti, Techedge e Cft hanno lasciato il listino italiano, seguite da Astm e Elettra Investimenti. Questo non è certamente un segnale positivo per l’apertura delle aziende verso gli investitori istituzionali ed il mondo dei risparmiatori.