Uno strettissimo collegamento tra alimentazione, sport e salute, la cui mancata alchimia raddoppia il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete, oltre a favorire sovrappeso e obesità, aumentando in tal maniera il rischio di tumore al colon, pressione alta, osteoporosi e disturbi del metabolismo. Dieta scorretta e sedentarietà rappresentano, infatti, i principali fattori di rischio per la salute delle persone, e intervenire per mitigare gli effetti deleteri di tali pratiche risulta prioritario.
L’INCONTRO SU ATTIVITÀ FISICA E SALUTE
Parte da queste premesse la riflessione avvenuta al CNEL, nel corso di un dibattito intitolato “Attività fisica e corretta nutrizione: la chiave per il risparmio della spesa sanitaria”. A discuterne, oltre al Presidente del CNEL Tiziano Treu, erano presenti il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport Valentina Vezzali, il Capo dipartimento Ordinamenti del Ministero dell’Istruzione Stefano Versari, il Direttore generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della Salute Massimo Casciello e Roberto Verna, Ordinario di Patologia Clinica in Unam Sapientiam. A coordinare l’evento è stato Francesco Riva, Consigliere del CNEL, oltre che rappresentante della CIU-Unionquadri in seno al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
“In Italia, secondo il Rapporto della Fondazione Ambrosetti, si stima che tra i primi 10 fattori di rischio che conducono alla morte, una dieta scorretta rappresenta la seconda causa di rischio (immediatamente dopo il fumo), mentre la limitata attività fisica segue a qualche posizione di distanza” ha dichiarato, nel corso del suo intervento, Francesco Riva. “Cominciare a parlare di quella che è l’importanza di una corretta alimentazione appare dunque fondamentale, specie se associata ad una sana pratica sportiva. Su questo il CNEL – che si occupa di economia e lavoro – appare il luogo naturale per affrontare l’importanza di certi temi, perché se diminuiscono gli ammalati diminuiscono anche i costi sociali. Per questo non c’è cosa migliore di fare sport”.
L’IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE E I RIASPARMI DELLA COLLETTINITÀ
L’attività motoria e un sano regime alimentare, infatti, non hanno benefici soltanto sulla salute dei singoli, ma anche sulla collettività. Aumentando solo dell’1% il numero di persone attive, il risparmio sulla spesa sanitaria sarebbe di 80 milioni di euro all’anno, dovuti alla riduzione dell’impegno del servizio pubblico sulle cure associate ai disordini alimentari e all’inattività fisica.
Già in tale ambito la CIU-Unionquadri ha avviato un proficuo rapporto con la Coldiretti, teso alla promozione della dieta mediterranea, efficace via (e purtroppo spesso ignorata) per la prevenzione tumorale.