lunedì, 16 Dicembre, 2024
Economia

Turismo. Irrisori 150 milioni, ne servono 500. Riaprire con l’estero

“Decisamente irrisorio”. Giudizio duro quello di tutte le Associazioni che si occupano di turismo organizzato e agenzie di viaggio. Nel mirino il fondo deciso dal Governo di 150 milioni per una platea di 80 mila operatori. Insorgono le associazioni del comparto del turismo organizzato, Aidit Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Astoi Confindustria Viaggi, Fiavet e Fto-Federazione Turismo Organizzato Confcommercio, che fanno il punto della situazione sui ristori introdotti dal Decreto, tra soglie di sbarramento e inadeguatezza delle risorse. Chiedono, invece, un fondo di 500 milioni per ridare forza al settore ed evitare fallimenti a catena.

 

Sostegni inadeguati per una platea vasta

Le somme sono assolutamente inadeguate per ristorare migliaia di imprese, che mediamente hanno perso quasi il 90% del proprio fatturato. “Solo il comparto del turismo organizzato”, calcolano, “nei primi 5 mesi del 2021 ha registrato una perdita di fatturato superiore a 5,5 miliardi di euro che si somma ai 12,5 miliardi persi nel 2020 e va evidenziato che tale perdita non solo è dovuta ad un inevitabile calo della domanda durante la pandemia, ma a decreti e provvedimenti governativi che hanno di fatto tenuto chiusi interi settori, tra i quali il turismo”. “Il contributo a fondo perduto consente l’accesso a chi abbia subito almeno il 30% delle perdite e ponendo il limite di 10 milioni di fatturato”, ricordano.

 

L’estero e la catena del valore

“È necessario ribadire che programmare l’estero non è una colpa”, fanno presente le associazioni, “La catena di valore che genera questa programmazione include molte imprese e molti lavoratori: che sono aziende italiane, che occupano personale italiano e pagano le tasse in Italia; sono coinvolti ad esempio gli aeroporti e i vettori aerei, ovvero imprese che sono state anch’esse letteralmente devastate dal fermo dovuto alla pandemia. Gli operatori che programmano le mete di lungo raggio sono destinati quindi a rimanere fermi ancora per molto tempo e quelli che saranno in grado di iniziare a lavorare sull’estate potranno proporre un’offerta molto limitata: oltre all’Italia, sostanzialmente Nord Europa, Grecia, Spagna e poco altro“.

 “È necessario riaprire le frontiere anche dei Paesi extra Schengen, almeno attraverso corridoi turistici con destinazioni come Stati Uniti, Maldive, Egitto, Tunisia, Seychelles ed Emirati Arabi che hanno attuato un programma vaccinale molto intenso.

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