Studiare i consumi alimentari e raffrontarli con la condizione e i cambiamenti politici, sociali ed economici. Non è una scienza ma ci arriva vicino: così come si va a tavola e si selezionano cibi, così si prendono scelte “responsabili” in campo sociale e privato. Orientarsi verso consumi più bio significa, in questa nuova disciplina, prendere consapevolezza anche del male che si fanno agli animali, che si fa a se stessi mangiando male e troppo, e aderendo anche ad una nuova schiera di persone che al comprare e consumare “responsabile” valutano le proprie iniziative con impegno sociale e politico maggiore.
Forse sarà un abbaglio ma report su scelte alimentari sono in sintonia con studi sociologici, tanto che il rapporto Coop sui consumi ha il significativo titolo “L’Italia che verrà”. Iniziamo dalle nuove preferenze a tavola dei cittadini. C’è un impegno “responsabile” che gli italiani mantengono, si tratta di una decisione difficile, forse addirittura di un vero sacrificio, perché sono in aumento chi rinuncia a carne, salumi, grassi e zuccheri, preferendo verdura, frutta, legumi e cereali poco raffinati.
C’è di mezzo una economia italiana che suscita indecisioni e dubbi, e una popolazione che invecchia assediata dai rischi e preoccupazioni per la salute: infarto, ictus, diabete, reni, malattie autoimmuni, artrosi. Un po’ per paura un po’ per la necessità di fare scelte diverse, i gusti cambiano. Una svolta che si presta ad analisi sociologiche e fa gola alla filiera alimentare. A salutare il nuovo corso è la Coop che segnala come gli “italiani sono orientati verso consumi sempre più green, con un’attenzione particolare a salute e ambiente”. La parola magica è “benessere”, una idea che galvanizza e, solo la possibilità di ottenerlo almeno virtualmente, ha fatto scattare nella mente degli italiani un salto di ben 10 punti percentuali, dal 2% del 2016 al 12% del 2019.
I cittadini consumatori “continuano a sentire forte il desiderio di miglioramento e di riscatto”. Le vendite dei prodotti “bio” seguono questo corso. “I prodotti con la dicitura veg in etichetta hanno registrato un incremento del 7.4%”. Mentre scendono i consumi di latte e derivati e della carne. Le previsioni per i prossimi cinque anni parlano di un incremento degli acquisti bio, ed avranno una impennata gli acquisti di frutta e verdura così come per i legumi mentre si prevede una caduta per salumi, carni rosse, affettati.
“Un buon punto di partenza”, osserva la Coop, “che si allinea con i risultati dell’ultimo report della commissione Eat-Lancet secondo il quale per poter sostenere gli attuali ritmi di crescita demografica è necessario adottare un regime alimentare più salutare e sostenibile”. Ma c’è di più, ossia la tendenza ad incrociare i consumi alimentari con la “responsabilità” sociale e forse nel suo risvolto più immediato che è quello politico. Secondo una indagine Censis, 8 italiani su 10 sostengono che sia molto o abbastanza importante che “i prodotti alimentari acquistati riflettano le proprie convinzioni etiche, sociali e ambientali”. Così gli acquisti parlano anche del sentimento che si ha verso il futuro e le sue aspettative, dal proprio benessere al miglioramento della condizione economica e sociale.
“E proprio dalla situazione economica del Paese gli italiani non sanno bene se aspettarsi un 2019 in cui dover fare economia o in cui concedersi qualche soddisfazione in più. La grande maggioranza è convinta che dovrà pagare di più bollette e utenze interessate dai rincari e il discorso è lo stesso per carburante e altri costi di trasporto: 31% mentre era 18% nel 2018; servizi sanitari e spese per la salute: 24%, era 21% l’anno scorso”. Se la convinzione è quella che nel 2019 si spenderà di più per bollette e servizi, anche a tavola si ha la stessa percezione e orientamento.
“E nel 2019 la tavola sembra riaffermare la propria centralità”, fa presente il rapporto Coop, “gli italiani sono convinti di spendere di più in tutte le voci dell’alimentare, mentre pensano invece di investire meno nei capi di moda”. Infine come segnala la Coop, i consumi a tavola e scelte economiche sono oggi in balia dell’incertezza, perché il 2019 è “L’anno dello zero virgola”. “E comunque”, osserva la Coop, “già anticipato dalla frenata della seconda metà del 2018, il 2019 si presenta come un anno incerto per l’economia italiana con elementi di fragilità che derivano sia dal contesto internazionale un export non più così trainante.
Decelerazione economica e contrazione dei salari reali da un lato provocheranno una variazione del Pil inferiore all’1%@. E non è finita, nel rapporto Coop c’è da attendersi qualche preoccupazione in più, “da considerare che sul 2019 potrebbe già gravare l’incognita 2020 quando, con lo scenario possibile di un ricorso alle clausole di salvaguardia (leggi Iva) per mantenere gli impegni presi con l’Ue, le famiglie potrebbero ulteriormente ridurre i consumi destinando i loro maggiori redditi a rimpinguare i risparmi”. Insomma stringere la cinghia a tavola fa bene anche all’Italia “responsabile”, che guarda al futuro.
E proprio dalla situazione economica del Paese gli italiani non sanno bene se aspettarsi un 2019 in cui dover fare economia o in cui concedersi qualche soddisfazione in più. La grande maggioranza è convinta che dovrà pagare di più bollette e utenze interessate dai rincari e il discorso è lo stesso per carburante e altri costi di trasporto (31% mentre era 18% nel 2018), servizi sanitari e spese per la salute (24%, era 21% l’anno scorso).