Tra Roma e Tripoli torna una forte cooperazione con ampi accordi commerciali per telecomunicazioni ambiente; infrastrutture; sanità; In primo piano il tema dei migranti ,rimpatri e rispetto dei diritti umani.
Ma oltre l’economia, conterà l’iniziativa politica. E Roma dovrà diventare protagonista della nuova fase libica insieme a Parigi .
Meglio tardi che mai. Passa per un’intesa tra Italia e Francia la stabilizzazione della Libia.
In assenza di un’azione decisa e coerente dell’Unione europea, incapace di dotarsi di un briciolo di politica estera, tocca a Roma e Parigi prendere l’iniziativa, superare antiche ruggini, rafforzare il nuovo leader di Tripoli Abdul Hamid Dbeibah ed evitare che dalla Libia tutto il Sahel venga destabilizzato.
Il recente incontro tra Draghi e Macron lascia ben sperare in una politica estera comune dei due Paesi in un’area delicatissima del continente africano.
INFLUENZA CRESCENTE DELLA RUSSIA
Non sarà un compito facile. Perché nel frattempo altri attori sono scesi in campo nell’area.in Libia la Turchia in modo preponderante ma anche la Russia che ha una sua base aerea. E i russi stanno allargando la loro sfera di influenza anche su altri stati come il Niger e il Mali, mettendo in difficoltà la Francia tradizionale punto di riferimento di quell’area.
Italia e Francia hanno entrambi l’interesse a cooperare e non a farsi concorrenza. L’Italia deve riprendere il suo ruolo di protagonista della ricostruzione della Libia anche per potei avere da Tripoli una vera collaborazione nel controllo dell’immigrazione clandestina
La Francia vede messa in discussione la propria presenza nel Sahel e teme anche conseguenze di rilevanza strategica: le 58 centrali nucleari francesi utilizzano uranio che proviene in gran parte da Mali e Niger.
Mentre l’Europa dormiva sonni tranquilli e la Francia pensava a contendere all’Italia la presenza in Libia, la Cina, infatti, si è dedicata a espandere la propria influenza nell’Africa orientale e australe, la Russia si è dedicata a tutta l’area che fa da cerniera tra il Nord Africa e l’Africa sub-sahariana.
IL PROBLEMA DELLA PRESENZA TURCA
Il governo libico subito dopo il vertice con Draghi il mese scorso, è volato ad Ankara con sedici ministri per incontrare il Sultano Erdogan. Non sarà facile ridimensionare la presenza debordante della Turchia in Libia. Erdogan farà con Tripoli quello che fece con Modagiscio. In Somalia fu il primo leader non africano a recarsi tra le macerie di un Paese devastato dal terrorismo. Prima si impose come protagonista della ricostruzione e nella lotta contro Al Shabaab ,poi mise solide basi per una presenza stabile sia per lo sfruttamento di rirse naturali sia per una forma di “egemonizzazione” del Paese.
Francia e Italia dovranno dimostrarsi più abili del leader turco e meno autolesionisti che in passato.
Se poi le scelte di Roma e Parigi fossero adottate in armonia con l’amministrazione americana sarebbe bene per entrambe le sponde dell’Atlantico.