Scuola. Mancano 100 mila insegnati previste 120 mila supplenze.
Precarietà, ingiustizia e disparità sociale. Sono le parole chiave per comprendere le nuove tensioni che agitano il mondo della scuola: troppi posti vacanti, poche assunzioni, u ondata di ricorsi per la mancanza di prove suppletive per l’emergenza Covid. Questi i numeri che illustrano le difficoltà.
Nel 2020-21, sono 84.808 i posti vacanti disponibili tra quelli comune e posti di sostegno, a fronte di questo vuoto sono stati assunti solo 19.294 docenti. “Sono 65.514 i posti non assegnati al ruolo e coperti con contratti di supplenza fino al 31/08/2021”, evidenzia la Uil, “A questi si sono aggiunti 14.142 posti con contratto al 30 giugno 2021 (posto comune e disciplina) e circa 77 mila posti in deroga di sostegno, mentre circa 40 mila sono stati i contratti del personale c.d. Covid”. Ai numeri già critici, si dovranno aggiungere per l’anno scolastico 2021-22, i posti vacanti a seguito dei pensionamenti, che sono 30.095.
Complessivamente saranno almeno 100 mila i posti vacanti e almeno 120 mila, se non di più, le supplenze che dovranno essere assegnate anche per l’anno 2021-22.
In tilt anche il sistema dei concorsi. Per Cgil, Cisl e Uil il sistema è datato, non favorisce l’innovazione e l’inserimento degli insegnanti.
Per l sindacati servono regole di reclutamento diverse partendo da un percorso di formazione che valorizzi ciò che è stato messo in “essere” con la firma di un contratto a tempo determinato. Dopo 3 anni di servizio, – così come la Direttiva Europea 1999/70/CE indica -, può essere trasformato a tempo indeterminato.
Da tempo i sindacati hanno formulato proposte e idee che sono rimaste inascoltate. Per la risoluzione del precariato ad esempio la Uil, propone la “Stabilizzazione con un nuovo piano di reclutamento che nella fase transitoria assuma con concorsi per titoli e servizio tutti coloro che vantano un’esperienza lavorativa di almeno 3 anni di servizio, con formazione in itinere ed esame finale con assunzioni a tempo indeterminato”. E, ancora, le assunzioni possono essere fatte con “Contratti a tempo determinato triennali – da stabilizzare nel triennio -, attraverso appositi percorsi formativi e di valutazione periodica e finale che ne prevedano la stabilizzazione alla fine dei tre anni”.
GARANTIRE LA CONTINUITA’ DIDATTICA
In questo modo, secondo i sindacati, si garantirebbe la continuità didattica, il superamento dello squilibrio territoriale tra domanda ed offerta di lavoro e un sistema di reclutamento finalmente in grado di rispettare i tempi della scuola.
La Uil, inoltre, insiste nel sollecitate una riforma dell’inserimento nel mondo della scuola. “Il concorso straordinario”, spiega la Uil, “per i docenti con almeno 3 anni di servizio, è in corso di svolgimento e dai primi risultati si prevede che soltanto la metà dei 32 mila posti banditi sarà coperta”. Con la concreta certezza che solo una percentuale bassissima per i posti di sostegno, mentre migliaia di idonei non rientreranno tra i vincitori per le assunzioni nonostante abbiano superato la soglia minima prevista. Una situazione che sta provocando una ondata di ricorsi.
“Sono migliaia i docenti che si stanno rivolgendo ai giudici”, sottolinea Turi, “quelli esclusi, che hanno presentato il ricorso entro il termine dei 60 giorni; quelli che inizialmente avevano presentato una diffida per poter partecipare alle prove suppletive, inizialmente non previste dal ministero, un numero che tenderà a salire”. C’è infatti il caso della sentenza del Tar Lazio del 12 maggio per la quale non aver previsto le prove suppletive rende illegittimo l’avviso di convocazione delle prove ordinarie e quindi bloccate le procedure. “Sono stati già presentati i primi ricorsi dei docenti”, commenta la Uil, “che dopo i primi risultati non hanno superato la prova.