lunedì, 16 Dicembre, 2024
Cultura

A Palazzo Pitti mostra permanente icone russe

L’arte religiosa della Grande Madre Russia avrà un suo spazio dedicato nel cuore di Firenze, nella reggia granducale di Palazzo Pitti: la storica collezione di settantotto icone sacre raccolta a Firenze dai Medici e soprattutto dai Lorena nel corso del Settecento e del secolo successivo, sarà infatti per la prima volta esposta in un allestimento permanente.

Si tratta di quattro grandi sale affacciate sul cortile al piano terra di Palazzo Pitti e decorate con affreschi seicenteschi. Al termine dei lavori, previsto entro Natale, le sale entreranno a far parte del normale percorso di visita della ex reggia. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha presentato oggi il progetto a Mosca, nell’ambito di una conferenza internazionale.

L’insieme di settantotto icone costituisce la più antica collezione del genere al mondo al di fuori della Russia e risale in buona parte al secondo quarto del XVIII secolo. Fra le opere più significative di questa collezione sono da segnalare i due pannelli che compongono il Menologio, ossia il calendario delle festività religiose ortodosse divise per semestri, da settembre a febbraio e da marzo a gennaio: ogni icona si compone di venti file orizzontali con scene sacre e e figure di santi, ciascuna identificata da un’iscrizione.

Essi sono sempre rimasti agli Uffizi, per la loro evidente importanza, come l’icona con Santa Caterina d’Alessandria, databile al 1693-1694 grazie al punzone nella oklad di argento dorato (il rivestimento metallico che copre alcune parti delle icone). La principessa martire è raffigurata con attributi molto simili a quelli dell’arte occidentale: la palma e la ruota del martirio, i libri e la sfera armillare che alludono alla sua vasta conoscenza.

L’opera è attribuita all’atelier del Palazzo dell’Armeria, la bottega che lavorava alla corte dello zar nel palazzo del Cremlino a Mosca, ed è affinite allo stile di Kirili Ulanov, uno dei più noti maestri dell’atelier moscovita fra XVII e XVIII secolo. Solo di un esemplare della collezione fiorentina si conosce l’autore, Vasilij Grjaznov, che firma l’icona della Madre di Dio di Tichvin, datata 16 luglio 1728. Si tratta di una replica dell’immagine miracolosa che secondo la tradizione apparve nel 1383 a Tichvin, nel territorio di Novgorod.

Nel dipinto, la data è iscritta secondo il sistema occidentale, introdotto in Russia dallo zar Pietro il Grande (1672-1725) insieme ai numeri arabi e al calendario giuliano, in sostituzione di quello bizantino fino ad allora in uso. “C’è un filo rosso che unisce, attraversando la storia, la Russia all’Italia, ed in particolare Firenze – spiega il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – Ad esempio, sulle rovine della residenza medicea di Pratolino i Demidoff fecero costruire la loro magnifica villa, e una targa su un palazzo proprio in Piazza Pitti, davanti alla Reggia granducale, ci ricorda che qui, nel gennaio del 1869, Fedor Dostoevskij completò il suo capolavoro ‘L’idiota’.

L’importantissima raccolta di icone degli Uffizi, forte di ben 78 esemplari, è una precoce testimonianza di questo legame, e finalmente, per la prima volta, essa potrà essere ammirata nel suo splendore – e nella sua completezza – dai turisti di tutto il mondo”. (Italpress)

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