Mancano otto mesi alla scadenza del settennato di Sergio Mattarella. E’ troppo presto per pensare al successore?
Il Presidente anche oggi ha ricordato il termine costituzionale del suo mandato. Molti hanno interpretato questo intervento, come altri sullo stesso tema, come la manifestazione di una indisponibilità di Mattarella a una rielezione. Interpretazione frettolosa.
Autocandidature? Meglio evitare
Lo stile equilibrato, istituzionale e prudente di Mattarella non gli fa mai dire una parola in più o in meno del necessario. E’ ovvio che un Capo dello Stato non debba in alcun modo riproporsi per quell’incarico. Non esiste una campagna elettorale per il Quirinale. In Italia l’elezione spetta al Parlamento e non al popolo. E quindi ogni autoricandidatura sarebbe fuori luogo. Tocca alle forze politiche dibattere tra loro e individuare una figura che, con la più ampia maggioranza possibile, possa essere la persona giusta per salire sul Colle più alto.
E’ vero che chiunque ultracinquantenne può essere eletto al Quirinale ma è un errore pensare alle autocandidature, soprattutto se riguardano persone esterne alla politica e al Parlamento. Ve lo immaginate se cominciasse ad affermarsi una sorta di “campagna elettorale” di sedicenti autocandidati al Quirinale, nell’era dei social, che cagnara si scatenerebbe!!!.
Lasciamo che, almeno questi temi, rimangano negli ambiti istituzionali.
L’errore di Salvini
Per questo motivo commette un errore anche Salvini che continua ad affermare : se Draghi si candida come Presidente la Lega lo vota”. Ma Draghi non è il tipo che si autocandida a qualcosa. E’ una risorsa della Repubblica, che ha servito e serve il suo Paese. Tocca ad altri, eventualmente, avanzare il suo nome come successore di Mattarella.
Le sortite di Salvini sono di facile interpretazione: vuole che Draghi lasci il Governo, salga al Quirinale e sciolga le Camere per anticipare di un anno le elezioni previste nel 2023. In effetti, se Draghi venisse eletto fra 8 mesi Capo dello Stato si aprirebbe una crisi di governo che toccherebbe allo stesso Draghi risolvere: difficilmente si rimetterebbe insieme l’attuale composita maggioranza. Le elezioni sarebbero pressoché inevitabili. Ma è questo che serve all’Italia? No
Ciò che serve all’Italia
Otto mesi non basteranno al Governo per portare a casa la tre grandi riforme ( Giustizia, Fisco, Pubblica amministrazione) senza le quali i soldi dall’Europa non arriveranno. Né basteranno per mettere a terra gran parte dei principali progetti cui è legata la ripresa, l’uscita dalla crisi e la possibilità di ripagare i debiti. E’ necessario che Draghi rimanga a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura. Ma se fra otto mesi bisogna eleggere l’inquilino del Quirinale cosa si fa?
I partiti potrebbero chiedere a Mattarella di accettare un secondo mandato con l’obiettivo di portare a conclusione l’attività del Governo e la legislatura. Un anno in più di Draghi a Palazzo Chigi fa la differenza. Mattarella, facendo violenza a se stesso, difficilmente potrebbe rifiutare una richiesta di un ampio arco di forze politiche. Il problema potrebbe averlo Salvini a mettersi di traverso e rifiutare di rieleggere Mattarella al Quirinale. Ma questa per lui sarebbe la definitiva Waterloo.
Non resta che augurarsi che il tandem Draghi-Mattarella resti in sella fino alla primavera del 2023. Draghi così potrebbe mettere al sicuro le tre riforme e l’avvio della realizzazione del Pnrr e poi andare al Quirinale . Un’ipotesi che non dispiacerebbe neanche all’Europa, preoccupata che tra un mese l’Italia entro di nuovo in crisi di governo.