MILANO (ITALPRESS) – Sono una trentina, tutti rigorosamente con il berretto da chef, i ristoratori presenti oggi alla protesta intitolata 'Buttiamo i menù', organizzata davanti alla sede della Regione Lombardia dall'Unione Cuochi lombardi per chiedere date certe per la riapertura completa della loro attività. Le restrizioni per il Covid oggi permettono infatti di operare solo ai ristoranti con spazi all'aperto, la cui attività è comunque vincolata al divieto di circolazione che inizia alle ore 22, imponendo loro una chiusura anticipata. "Chiediamo a Regione Lombardia di aprire un tavolo tecnico per lavorare insieme, vogliamo proporre un 'protocollo per la ristorazione professionale protetta', un elenco di 10 buone pratiche per garantire agli ospiti la massima sicurezza, elaborato sulla base di esperienze di nostri colleghi all'estero", spiega Alberto Luca Somaschini, presidente dell'Unione Cuochi della Regione Lombardia, organizzazione che rappresenta circa 1.500 attività, che complessivamente comprendono 8mila lavoratori. "Dopo oltre un anno di chiusure e restrizioni circa il 30% degli operatori dell'ospitalità (dai ristoratori agli operatori del banqueting e del catering, passando per stagionali e albergatori) è stato costretto a chiudere" , continua Somaschini, poco prima di entrare a Palazzo Lombardia insieme una delegazione ricevuta da rappresentanti dell'assessorato allo Sviluppo economico e del Turismo. "Vogliamo date certe sulle riaperture", tuona Fabrizio Camer, presidente dell'Associazione Cuochi Bergamaschi, " la ristorazione lombarda non può vivere con il 'delivery', la consegna a domicilio. L'italia è fatta anche di cultura enogastronomica, stiamo buttando via un patrimonio di bio l-diversità per colpa di un governo incompetente che non viene a vedere cosa facciamo". (ITALPRESS). fmo/pc/red 10-Mag-21 18:27