Un miliardo e mezzo del Pnrr per dare una spinta agli istituti tecnici superiori con l’aiuto di Confindustria. Rilanciare il ruolo di formazione degli studenti in materie tecnologiche e di fronte alla necessità delle imprese di assumere giovani preparati.
Sono le indicazioni della iniziativa nazionale di Confindustria a sostegno degli istituti tecnici scientifici per formare le maestranze del futuro. L’iniziativa , fino a domani, è titolata: “Its Pop Days”, la prima fiera virtuale http://www.itspopdays.it/ degli Its. A spiegare le ragioni del progetto è il vicepresidente di Confindustria per il Capitale Umano, Giovanni Brugnoli. “deve partire subito una campagna di orientamento a tutto campo che coinvolga studenti, famiglie e docenti per far conoscere gli Its. Si tratta di un percorso formativo che dà risultati importanti, con un tasso di occupazione medio per i giovani di oltre l’80%, con punte che raggiungono anche il 100% in molti territori e, nel 90% dei casi, il lavoro offerto ai ragazzi è coerente con il percorso formativo svolto.”
“Gli Its hanno circa 20mila iscritti, e dobbiamo rapidamente moltiplicarli per 4 o per 6, fino ad arrivare a 100mila. Le imprese”, spiega, “hanno un mismatch elevatissimo, in un terzo dei casi (a volte anche in uno su due per i tecnici) non riescono a trovare il personale di cui hanno bisogno. Invece gli Its sono un formidabile passepartout per il lavoro di qualità. Per tutti questi motivi, l’iniezione di risorse e fiducia da parte del premier, Draghi, e del ministro Bianchi, sull’istruzione tecnica superiore va indirizzata al meglio. L’obiettivo è far incontrare domanda e offerta. Si deve creare un asse con Istruzione, Lavoro e Mise”.
Gli istituti tecnici, “sono la prima esperienza italiana di istruzione terziaria professionalizzante legata al sistema produttivo e al mercato del lavoro e si configurano come vere e proprie Accademie del Made in Italy. La docenza proviene quasi interamente dal mondo del lavoro, e almeno il 50% delle attività sono svolte nelle aziende. Tutto ciò assicura un placement altissimo a un anno dal diploma. In Germania”, ricorda l’esponente di Confindustria, “l’istruzione tecnica superiore è presente da 30 anni: il tasso di disoccupazione giovanile è stabile poco sopra il 5%, mentre da noi è al 33%”.
“Confindustria immagina un percorso di filiera: orientamento già a partire dalle medie con gli Steam space per avvicinare i ragazzi al sapere tecnico scientifico. Poi istituti tecnici e Its. Pensiamo che si possa arrivare, partendo da apposite sperimentazioni, ad un percorso rinforzato di 4 anni di IeFP e 2 di Its, così come bisogna incrementare il numero di percorsi quadriennali negli istituti tecnici e professionali affinché un giovane entri prima nel mondo del lavoro. Una proposta innovativa è quella di poter far proseguire gli studi con un anno di formazione universitaria”.