sabato, 16 Novembre, 2024
Politica

Draghi come De Gasperi. Una speranza per il Sud

Che succederà al nostro Mezzogiorno dopo che saranno archiviati (speriamo presto) tutti i guai sanitari, psicologici ed economici provocati da questa pandemia? Le vicende politiche di questi ultimi mesi e il buon andamento della campagna vaccinale inducono a un cauto ottimismo. Un’insperata concordia tra le forze politiche ha espresso un Governo di Unità Nazionale.  Ma ancor più è servito alla causa quello scatto d’orgoglio del Presidente Mattarella che ha voluto affidare la guida del Governo ad una personalità tra le più prestigiose su cui oggi può contare l’Italia. Tanti osservatori, soprattutto sulla stampa internazionale, hanno paragonato Mario Draghi ad Alcide De Gasperi, un altro grande statista che al pari di Schuman, Adenauer e De Gaulle contribuì a risollevare l’Europa dall’ abisso in cui l’avevano precipitato il nazismo e il fascismo. E’ un paragone quello tra Draghi e De Gasperi che, a ben vedere, è  fondato non solo sugli auspici.

 

LA CRESCITA DEL SUD CRUCIALE PER L’ITALIA

Sul Mezzogiorno è stato esplicito. Già da Governatore della Banca d’Italia espresse molto bene il suo pensiero quando ribadì che l’Italia cresce solo se cresce il Sud. I fondi che l’Europa ha stanziato e i progetti presentati dall’Italia possono segnare una svolta per il nostro paese, specie per il Sud, colpito più di ogni altro territorio dai disastri della pandemia. Infatti al Mezzogiorno sarà destinata circa la metà degli investimenti in infrastrutture oltre a 250 milioni per il contrasto alla povertà educativa, 300 milioni per la riconversione dei beni confiscati alle mafie, 900 milioni per irrobustire le infrastrutture sociali e materiali delle aree interne (parte di un piano complessivo di 2 miliardi), 600 milioni per le infrastrutture nelle ZES, 350 milioni per nuovi ecosistemi dell’innovazione. A questi vanno aggiunti gli 8 miliardi riservati al Sud nel piano ReactEU (Il Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe).

Saranno a disposizione del Mezzogiorno anche 80 miliardi tra fondi di coesione europei e cofinanziamenti e l’80% del Fondo di sviluppo e coesione nazionale. A settant’anni di distanza, Mario Draghi, dinanzi alle perplessità (più che giustificate) sulla sostenibilità del nostro programma, ha voluto rassicurare la Commissione europea sulla serietà dei nostri impegni solo col suo prestigio e la sua reputazione internazionale. Il laboratorio italiano è sotto i riflettori internazionali e sappiamo che in tanti ci aspettano al varco. Le aspettative su Draghi sono enormi. E il motivo è molto semplice. Solo se i fondi saranno ben spesi e le riforme realizzate potrà essere riconosciuto all’ Italia un posto di tutto rispetto tra i fondatori dell’ Europa che verrà.

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