Si allarga il fronte del no all’ipotesi di una riforma degli ammortizzatori sociali basata sul modello unico. Anche i commercianti, dopo le imprese artigiane, mandano un chiaro segnale al Ministro del Lavoro Orlando. La Confcommercio fa sentire la sua voce dopo le prese di posizione di Confartigianato, Cna e Casartigiani, di cui La Discussione ha dato notizia.
“Un attacco ai Fondi bilaterali è un attacco ai corpi intermedi e alla democrazia” avevano affermato le imprese artigiane. La Confcommercio, invece, adopera parole pacate ma nella sostanza è contraria.
“Una riforma degli ammortizzatori sociali all’insegna dell’universalità delle prestazioni”, osserva la Confederazione, “non si traduca nell’adozione di un unico modello d’intervento, a prescindere dalle diverse esperienze di settore che rispondono ad esigenze strutturalmente differenziate”.
Per Confcommercio è necessario che il “lavoro di approfondimento annunciato dal Ministro si misuri con il nodo dell’incrocio tra distinzioni per settori e distinzioni per dimensioni dell’attività d’impresa”. Confcommercio punta a dare più garanzie alle imprese e non a restringerle. L’obiettivo è “perseguire un assetto degli ammortizzatori maggiormente inclusivo e che, sulla scorta sia delle esperienze pregresse sia delle attese trasformazioni di scenario, tenga in giusto conto – tanto più alla luce di uno scenario economico ancora emergenziale”, sottolinea Confcommercio, “e di una prospettiva di ripartenza e ricostruzione davvero impegnativa – esigenze imprescindibili di sostenibilità della contribuzione a carico delle imprese, anche attivando misure compensative di riduzione strutturale di componenti del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro”.