Apprezzamenti bipartisan per il contributo che è stato dato al Servizio Sanitario Nazionale da parte della componente di diritto privato alla presentazione del 2° Bilancio Sociale Aggregato delle strutture ospedaliere associate Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata).
I NUMERI DELL’AIOP
L’Aiop dispone di 571 strutture associate, per circa 62mila posti letto, di cui 56mila accreditati. Vengono erogate prestazioni a più di 900.000 degenti, per oltre 8 milioni di giornate di degenza e 31,8 milioni di prestazioni ambulatoriali. In generale, viene fornito circa il 14% del totale delle giornate di degenza, utilizzando solo il 6,8% della spesa ospedaliera pubblica complessiva. La forza lavoro di Aiop, a livello nazionale è di oltre 72mila unità tra medici, infermieri, tecnici e operatori di supporto. Il 69% di tutti i dipendenti è di genere femminile, il 77% è assunto a tempo indeterminato. L’indotto economico diretto generato grazie agli acquisti presso i fornitori rappresenta il 57% del valore della produzione (5,1 miliardi di euro).
Il bilancio dell’Aiop “mette in evidenza il supporto che nel corso della pandemia, le aziende private associate alla sanità pubblica hanno offerto alla attività di ricovero e di diagnostica ambulatoriale, integrando la disponibilità di posti letto in terapia intensiva e per acuti, decongestionando il flusso e la gestione dei pazienti”. Così ha scritto in un messaggio istituzionale la presidentessa del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, “La sfida è quella di utilizzare al meglio le risorse del Recovery Plan per la sanità – ha detto il viceministro dello Sviluppo Economico, Gilberto Pichetto Fratin -, investendo in tecnologia, formazione, organizzazione, ma questo deve riguardare il sistema sanitario pubblico e anche privato.. Il pubblico deve mantenere il controllo dell’indirizzo generale, ma deve esserci anche uno spazio negli investimenti per la ricerca e l’assistenza nel privato”.
Nella terza ondata pandemia, ha ricordato il sottosegretario alla salute, Pierpaolo Sileri, “si stanno accumulando ancora prestazioni cui i pazienti non riescono ad avere accesso”. Per ridurre le liste d’attesa una soluzione potrebbe essere “coinvolgere le strutture private nell’erogazione, con le regole del pubblico. Questo ‘fidanzamento’ pubblico-privato va fatto il prima possibile”.
UN PONTE TRA IMPRESE E COMUNITÀ
Non solo un maggior numero di posti letto e continuità delle cure tra i benefici forniti dal settore sanitario privato, ma anche un notevole indotto occupazionale e non solo. A rivendicarlo con fierezza è Barbara Cittadini, presidentessa Aiop, che ha spiegato: “Le nostre strutture associate, oltre a garantire prestazioni e servizi sanitari, producono un considerevole indotto non solo di ordine economico e occupazionale ma, anche, culturale, ambientale e sociale.