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Ucraina e Navalny: L’Europa fermi la mano pesante di Putin

martedì, 20 Aprile 2021
1 minuto di lettura

Mentre gli Stati Unti sono impegnati a contenere l’espansionismo cinese, una politica estera unitaria e forte dell’Europa deve tenere a bada lo zar del Cremlino senza dipendere da Mosca per le forniture di energia.

Fino a che punto Putin alzerà il livello della tensione con l’Europa e gli Stati Uniti?
Su due temi cruciali, Ucraina e Navalny, il leader del Cremlino si gioca una partita molto delicata.
Per quanto riguarda l’Ucraina , Putin fa la voce grossa. Continua ad ammassare truppe al confine, sono già 150mila, lascia nel cassetto gli accordi di Minsk e , di fatto minaccia l’integrità territoriale di Kiev, cui ha già scippato la Crimea fomentando anche  la guerra civile nel Donbass.
L’Ucraina vorrebbe entrare sotto lo scudo protettivo della Nato ma l’operazione non è semplice. Biden non ha certo intenzione di lasciare che Putin aggredisca l’Ucraina ma non vuol fornire pretesti per  alzare ulteriormente la tensione  già altissima con Mosca. E’ un gioco di nervi in cui vince chi li ha più saldi e chi sa scegliere il momento e l’occasione giusta per ottenere un vantaggio strategico e negoziale.

 

IL FRONTE INTERNO DI PUTIN

Ma è sul fronte interno che Putin rischia di più. Il suo oppositore Navalny è ormai diventato un simbolo della resistenza al regime autocratico del Cremlino. Sopravvissuto ad un avvelenamento, Navalny ha voluto sfidare Putin tornando in Russia, sapendo che sarebbe stato arrestato, processato e condannato. Le sue condizioni di salute sono preoccupanti, non c’è alcuna trasparenza sul modo in cui viene trattato e curato e nessuna garanzia che sia assistito adeguatamente. A sostegno del nemico giurato di Putin, in 70 città russe domani si svolgeranno imponenti manifestazioni di protesta su cui si abbatterà la reazione della polizia che le ritiene illegali.

Europa e Stati Uniti sono sulla stessa lunghezza d’onda: mettono in guardia Putin da eventuali conseguenze nefaste per la vita di Navalny e fanno capire che la politica del fatto compiuto non resterebbe senza conseguenze. Ma stavolta tocca all’Europa andare in prima linea e non lasciare sempre  a Washington l’onere di battere i pugni sul tavolo. L’Europa ha molte  carte da giocare con Putin, oltre la politica delle sanzioni che non ha ottenuto finora i risultati sperati. Mentre gli Stati Unti sono impegnati soprattutto nell’opera di contenimento dell’espansionismo cinese , l’Europa deve saper tenere a bada il vicino di casa russo, facendogli capire che non ci può essere cooperazione  se lui pretende di spadroneggiare . Ma per fare questo servono due condizioni:che l’Europa non dipenda in nulla e per nulla dalla Russia e che sappia esprimere un’unica politica estera forte superando gli interessi nazionali e matenendo saldo il legame con gli Stati Uniti.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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