lunedì, 18 Novembre, 2024
Politica

Il nuovo governo Conte: ultima chiamata per l’Italia

Questa non è una crisi come le altre. Quella di Salvini e Conte non è stata una lite tra comari come avveniva ai tempi della Prima Repubblica. E la soluzione che si darà a questa crisi avrà un’importanza strategica e non solo per l’Italia.

Salvini aveva impresso al governo Conte una deriva sovranista, ostile all’Europa, intrisa di crescente intolleranza e populismo da democrazia plebiscitaria: una miscela pericolosa che rischiava di portare il nostro Paese fuori dal contesto delle democrazie europee.

Di questo in Europa e negli Stati Uniti si erano accorti da tempo. La stampa internazionale, in particolare il Financial Times, l’Economist, Le Monde, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Die Welt, New York Times da tempo scrivevano sul rischio Italia e non solo in senso economico, ma esprimendo il timore che il nostro Paese stesse per staccarsi dal mondo occidentale ed europeo per avviarsi verso un’avventuroso nazionalismo in salsa peronista e con simpatia filtrasse.

La crisi aperta all’improvviso da Salvini -e ancora non è chiaro perché lo abbia fatto in modo così precipitoso- ha fatto scattare l’allarme rosso.

È apparso subito evidente che il leader della Lega puntava al colpo grosso: elezioni anticipate, conquista della maggioranza assoluta (secondo i sondaggi), governo leghista con stampella di Fratelli d’Italia, legge di bilancio con 50 miliardi di spese per rompere con l’Europa.

A quel punto, molti che dormivano sonni dogmatici si sono svegliati. lo ha fatto Renzi, che ha capito il rischio di perdere i suoi parlamentari in caso di elezioni; lo hanno cominciato a capire quanti nei 5Stelle avevano mal digerito lo strapotere leghista; anche i non renziani nel PD hanno cominciato a capire che la crisi obbligava Zingaretti ad accelerare la lenta navigazione appena intrapresa.

Ma occorreva qualcuno che prendesse su di sé la responsabilità di prendere di petto Salvini e metterlo di fronte alle sue responsabilità.

E questa persona è stata Giuseppe Conte. Il suo discorso al Senato il 20 Agosto è stato molto coraggioso. Nessuno se lo aspettava, ma Conte ha sfoderato una straordinaria capacità di critica verso le degenerazioni di stile e di sostanza impresse dal leader leghista alla politica italiana. Conte non si è tolto solo dei sassolini. Ha indossato le vesti non più di tecnico ma di politico, che mette da parte le facilonerie del linguaggio populista e veste i panni del leader equilibrato che vuole evitare al proprio Paese il rischio di pericolose avventure.

Se, come sembra, nascerà il nuovo Governo Conte, sarà un’occasione, forse l’ultima, per una vera svolta del nostro Paese.

5stelle e Pd sono costretti a rinfoderare le rispettive sciabole e a mettersi a costruire insieme, dopo aver litigato oltre ogni ragionevole limite.

La posta in gioco è rimettere in sesto l’Italia, far ripartire l’economia, aiutare gli strati sociali svantaggiati, aumentare la competitività del sistema Paese, rendere efficiente una volta per tutte la macchina della giustizia, investire sull’istruzione sui giovani, risolvere il problema dell’immigrazione. E tutto questo deve essere fatto nei prossimi 3/4 anni con un ruolo più forte dell’Italia nell’Europa e nello scacchiere internazionale. Un governo Conte con questa prospettiva sarà sicuramente ben visto dall’Europa che nei prossimi mesi dovrà comunque smettere di pensare ai soli quei libri di bilancio e puntare soprattutto sulla crescita, vista anche la recessione che investe la locomotiva tedesca.

Adesso o mai più.

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