C’è un sentimento positivo di fattiva collaborazione tra la Cisl e il Ministro dello Sviluppo Giorgetti. Un percorso condiviso con l’impegno di portare a soluzione le troppe vertenze e dossier aperti. A rimarcare l’attenzione verso obiettivi comuni è il segretario Cisl Luigi Sbarra.
“È stato un incontro positivo tenuto in un clima assolutamente costruttivo che speriamo possa aprire una vera fase di confronto permanente con il Governo su come affrontare le tante troppe crisi aziendali aperte e sulla politica industriale”, sottolinea Sbarra “Abbiamo detto al Ministro dello Sviluppo Giorgetti che non si può semplicemente tornare al passato. Veniamo da un anno di crisi pesantissima, che ha depresso il sistema produttivo come non accadeva dal secondo dopoguerra. Il panorama è preoccupante, anche se ieri è arrivata la buona notizia della nascita di Acciaierie Italia con l’ingresso del capitale pubblico nel polo siderurgico di Taranto”. Tra le questioni da affrontare i nodi della siderurgia.
QUESTIONI IRRISOLTE
“Restano tante questioni irrisolte, a partire proprio dall’ex-Ilva, che ora deve recuperare il tempo perso in termini di ripartenza produttiva, investimenti, innovazione e piano ambientale, produzione e salvaguardia occupazionale”, prosegue il segretario della Cisl, “C’è il tema di una siderurgia: Taranto, Piombino, Terni; che non può andare perduta e che va ricollegata alle filiere metalmeccaniche in ripartenza.
Abbiamo anche un’emergenza Alitalia che va sbloccata sul fronte europeo per far ripartire il nuovo vettore sulla base di una competitività vera, senza cannibalizzazioni di slot aeroportuali da parte di altre compagnie”. Sbarra ha parlato di una “Vertenza Italia”, con le crisi aperte da Blutec a Whirlpool, da ex Embraco, Jabil, da Sud a Nord, che invocano uno scatto su percorsi di reindustrializzazione e riconversione, piani industriali sfidanti.
“Bisogna stimolare e promuovere lo sviluppo, potenziare i distretti industriali, consolidare il trasferimento tecnologico. Dobbiamo dare forma a una politica industriale che rilanci sostenibilità ambientale, adeguamento tecnologico, innovazione e ricerca tanto nei grandi asset nazionali – automotive, dell’industria pesante, chimica e farmaceutica, informatica e industria alimentare, trasporti e logistica – quanto nella fitta rete delle PMI. Va data profondità all’ingresso delle risorse pubbliche nei capitali delle aziende in crisi, con forti condizionalità sociali e la promozione di nuovi modelli di partecipazione”.