“Se accedessimo alla tesi dell’oblio, rischieremmo di dimenticarci anche che in quei drammi affondano le radici e le ragioni del lungo percorso che, attraverso la lotta in Europa contro il nazifascismo, attraverso la Resistenza, con il recupero dei valori democratici e di libertà, ci ha portato alle nostre Costituzioni e nel successivo percorso di integrazione europea, alla nostra comune prospettiva storica”.
Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso commemorativo dell’eccidio di Fivizzano (MS). “Se tutto questo non dovesse sempre essere ricordato – ha aggiunto – si realizzerebbe una fuga da noi stessi, dalla nostra storia, con il prevalere dell’incomprensione di ciò che siamo, con il prevalere dell’indifferenza, dell’estraneità verso ciò che autenticamente costituisce la Repubblica. Si tratta di un rischio grave, che ci ruberebbe quella nostra storia di sofferenza e di riscatto”.
“Sarebbe ingannevole pensare che quegli episodi siano avvenuti perché si trattava di un’altra epoca e che chi se ne è reso colpevole appartenga a un tempo e un luogo lontani, che non sono quelli di oggi. La pretesa che quei morti, quelle distruzioni, non siano attuali e che, quindi, non ci riguardino, quasi che fossero altre le comunità colpite, estranee le condizioni, è infondata. Quelle vicende non sono un passato doloroso ma archiviato, anzi, da dimenticare. Al contrario, quei morti ci impongono di guardare con consapevolezza mai attenuata quei fatti”.