L’amministrazione del presidente Usa Joe Biden ha annunciato la ripresa degli aiuti finanziari americani ai palestinesi, che erano stati quasi completamente bloccati dalla precedente amministrazione Trump. Il Dipartimento di stato ha detto che fornirà un totale di 235 milioni di dollari a progetti in Cisgiordania e nella striscia di Gaza, nonché all’Unrwa, l’agenzia Onu per i profughi palestinesi. Il ministero degli Esteri israeliano ha espresso profonda preoccupazione, ribadendo la convinzione che l’Unrwa “nella forma attuale, perpetua il conflitto e non contribuisce affatto alla sua soluzione. Il rinnovo degli aiuti all’Unrwa – prosegue la nota di Gerusalemme – dovrebbe essere accompagnato da cambiamenti sostanziali e indispensabili nella sua natura, nei suoi obiettivi e nella sua condotta”.
Anche l’ambasciatore d’Israele negli Stati Uniti e all’Onu, Gilad Erdan, ha ribadito la denuncia delle “attività anti-israeliane e antisemite che vengono svolte nelle strutture dell’Unrwa”, aggiungendo che l’agenzia che istiga odio contro Israele “non dovrebbe nemmeno esistere nella sua forma attuale” e non dovrebbe essere finanziata senza prima garantire che vengano attuate alcune riforme come la fine dell’incitamento e la rimozione dei contenuti antisemiti dai suoi testi scolastici. Molti membri del Congresso Usa hanno fatto notare che leggi federali approvate con sostegno bipartisan, vietano di rinnovare gli aiuti all’Autorità Palestinese finché questa non cessa la sua politica di versare vitalizi a favore di terroristi condannati e familiari di terroristi morti compiendo attentati.