Il semplice atto del mangiare può risultare insufficiente o inadeguato. “Nutrirsi bene” vuol dire assumere gli alimenti che assicurano al proprio organismo tutti i tipi di nutrienti, necessari per il mantenimento o il raggiungimento di una buona salute, nelle proporzioni corrette relativamente al proprio stato in un dato momento. In pratica, occorre adattare il proprio regime alimentare alle esigenze della fase di vita che stiamo attraversando, sia una gravidanza, una competizione sportiva, l’adolescenza, l’età avanzata, la presenza di patologie, la menopausa, e tutte le variabili dell’arco dell’esistenza. Le conseguenze della mancata applicazione di questo intuibile concetto sono piuttosto evidenti.
L’obesità, per esempio, è oggi un importante problema socio-sanitario, con il penoso contraltare della fame nel mondo. Bello, lo slogan di Expo 2015 “nutrire il pianeta energia per la vita”, che sottende concetti quali solidarietà, nutrizione corretta per tutti, diritto all’alimentazione perché diritto alla vita. Bello, ma soltanto slogan.
In Africa, e in altre parti del mondo, tutto questo è negato. Ho visto almeno dieci Kwashiorkor in un solo colpo d’occhio, in un ospedale dello Zimbabwe (nota: il morbo di Kwashiorkor è una gravissima disprotidemia, letale nella maggior parte dei casi non curati, determinata dall’assunzione insufficiente di proteine, ma anche di vitamine e micronutrienti, patologia assente nelle nostre corsie).
ATTENZIONE ALLE COMPLICANZE
In altro modo, anche l’obesità (qualificata come patologia dall’OMS), a volte secondaria a condizioni invalidanti, paraplegie, artrosi anchilosanti, malattie neuro-muscolari, o psicologiche quali bulimia o depressione, ipotiroidismo, o secondaria a terapie cortisoniche protratte, terapie ormonali, antidepressivi, a sua volta genera una serie di patologie: ortopediche, cardio-vascolari, polmonari, anche di disagio psicologico, o infertilità, diabete, ipotiroidismo, dislipidemie, sindrome metabolica, ecc. Quindi, molte delle patologie causa sono anche complicanza dell’obesità.
Come uscire da questo circolo vizioso? Iniziamo nutrendoci bene, cioè osservando un regime alimentare opportuno, funzionale al raggiungimento, e mantenimento, del proprio peso ideale. Nei soggetti sottopeso o cachettici ciò può significare seguire un corretto percorso di recupero ponderale. È necessaria una consulenza medica che osservi due linee-guida importanti: l’approccio multidisciplinare e la personalizzazione della terapia. È la base su cui costruire, nel paziente, la consapevolezza di quanto avviene nel proprio organismo; ciò aumenterà la compliance alla terapia, da cui un maggiore calo ponderale ed un più protratto mantenimento del peso raggiunto. Il Medico Nutrizionista assume tutte le informazioni anamnestiche necessarie, cioè acquisisce referti, valuta le motivazioni psicologiche, prende atto di eventuali fallimenti dietetici, per meglio bilanciare i nutrienti anche tenendo conto delle esigenze psico-fisiche e delle abitudini del Paziente, e concorda il tipo di percorso da intraprendere, tra i possibili regimi alimentari, per l’acquisizione di una nutrizione corretta.