Il legname da opera è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020 e negli ultimi 70 anni la superficie forestale italiana è triplicata, occupando in termini percentuali il 38% della superficie nazionale. A oggi il settore forestale, in termini di valore aggiunto, porta solo lo 0,08% all’economia nazionale. Dati che Assolegno legge in stretta correlazione, come l’uno conseguenza dell’altro, tanto da ritenere che la soluzione al caro prezzi arrivi proprio dal legno stesso, o meglio da una gestione programmata del nostro patrimonio boschivo.
“Affrontare in maniera costruttiva e propositiva il caro prezzi – ha spiegato Angelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno di FederlegnoArredo – e’ il nostro obiettivo. Per mitigare l’instabilita’ di mercato, la ricetta che puo’ sembrare la piu’ banale e la piu’ a portata di mano, sta proprio nella valorizzazione del bosco nazionale”.
“Ed e’ proprio grazie alla gestione, basata su un’interazione tra pubblico e privato, che potremmo diminuire le importazioni di legname di quasi la meta’: dal secondo dopoguerra arriva dall’estero circa l’80% del fabbisogno di elementi strutturali in legno, mentre a livello globale l’Italia e’ quinta per importazione di segati di latifoglie e settima per importazione di segati di conifere. Va assolutamente scardinato questo meccanismo e va creato un cluster nazionale per la gestione e valorizzazione delle risorse boschive locali – conclude Marchetti – che sarebbero in grado di dirottare sui territori marginali, prealpini e appenninici, circa 600 milioni di euro di interventi privati che, a loro volta, genererebbero economie di scala, creando posti di lavoro e salvaguardando il bosco, a vantaggio di aziende e territorio”.
Sulla stessa linea Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno di FederlegnoArredo: “Questi drastici aumenti sui prezzi delle materie prime forestali destinate al mercato delle costruzioni, sono destinati a permanere almeno fino all’autunno-inverno. Inoltre la nostra percezione e’ che una parte degli aumenti rispetto ai prezzi pre-Covid sia destinata a permanere come incremento strutturale. Di fronte a questo shock la filiera LegnoArredo deve compattarsi e trovare al suo interno sinergie e nuove strategie innovative di collaborazione. Anche la soluzione di attivare filiere corte utilizzando maggiormente il patrimonio forestale italiano e’ un obiettivo certamente da coltivare, concentrandosi soprattutto sull’aumento della produttivita’, sulla gestione sostenibile e sulle certificazioni forestali”.