Tra i problemi seri della pandemia anche quelli legati allo studio, alla didattica con studenti che subiranno un deficit formativo che rischia di rimanere incolmabile. Sono i risultati di una indagine dal titolo: “La Scuola ai tempi del Coronavirus – Marzo 2021” promosso da Cittadinanzattiva.
“A un anno di distanza dalla prima videolezione, il 18% degli intervistati la considera non efficace/efficiente, l’8% vorrebbe che la DaD includesse anche l’Elearning, il 23% non si pronuncia”, scrive Cittadinanzattiva.
Sono passati quindi dodici mesi dal primo Lockdown, ma la dad non convince ancora. I problemi possono essere diversi e irrisolti, come la dotazione tecnologica delle famiglie, che per l’associazione non copre le necessità didattica dei ragazzi.
I mancati risultati della didattica a distanza sono legati spesso alla gestione dei ragazzi, alle dotazioni tecniche come iPad, Pc, stampanti, e tagli di discipline di studio.
“Sarà anche perché a molti ragazzi mancano i mezzi: il 20% di famiglie”, fa presente Cittadinanzattiva, “non hanno una connettività adeguata alle esigenze della Didattica a Distanza o ne sono del tutto prive, il 76% dei ragazzi fruisce della DaD tramite lo Smartphone, la metà non ha una stampante”. Il monitoraggio ha preso il via dal Lazio, con l’adesione di oltre 900 cittadini (911) dal 12 al 27 marzo 2021. Le adesioni sono arrivate da molti comuni del Lazio, principalmente da genitori o nonni (58,7%) e docenti (26,4%), ma anche da alunni della scuola secondaria di II grado (2,2%), educatori (1,2%), non docenti (3,4%) e dirigenti statali / direttivi comunali (0,7%).
I dati segnalano innanzitutto che prima della pandemia solo una scuola su dieci svolgeva attività specifiche “a distanza” come Elearning e solo un altro 10% è riuscita ad introdurre ‘in corsa’ attività digitali propriamente dette, mentre l’80% delle scuole si è limitata alle videolezioni. Ancora oggi una scuola su dieci non sembrerebbe offrire la Didattica a Distanza per tutte le discipline. Il deficit formativo si manifesta evidente per alcune classi di età che sono rimaste prive di una didattica diretta.
Preoccupa, secondo Cittadinzattiva, il “deficit formativo” di alcune generazioni: “Pensiamo a chi l’anno scorso era, rispettivamente in 4 elementare, in 2 media, in 3 superiore. Stiamo parlando di anni fondamentali nella formazione, nel consolidamento e nello sviluppo educativo. Questi anni non tornano più. Nemmeno con un Decreto per far finire la scuola a luglio”.