Le crisi dimenticate. Sono decine in tutta Italia le imprese piccole e grandi che hanno chiuso i cancelli con dossier che ingrossano i faldoni del Ministero dello sviluppo economico. In ballo ci sono i piani di sostegno, rilancio e occupazione, progetti rimasti per ora bloccati in attesa della fine della pandemia: la situazione tuttavia, per i sindacati, precipita, ed è contenuta solo dal blocco dei licenziamenti. A intervenire sono i sindacati nazionali che sollecitano il Governo a riprendere in esame le troppe crisi aziendali.
“Le decine di delegazioni di fabbriche in crisi presenti in Via Molise, in contemporanea con lo svolgimento dell’incontro fra le organizzazioni sindacali ed i Ministri Giorgetti ed Orlando in merito alla complessa e delicata questione Arcelor Mittal di Taranto”, sottolineano i Segretari Confederali della Cgil, Emilio Miceli, della Cisl, Giorgio Graziani e della Uil, Tiziana Bocchi, “sono la più evidente testimonianza dell’urgenza di agire, a partire dal rispetto e dalla verifica degli accordi su Taranto, ma anche dalle soluzioni da trovare alle troppe crisi industriali ancora aperte”.
Per i sindacati il tempo stringe perché finora ad arginare una situazione più pesante sono state solo le misure anticrisi scaturite dalla pandemia, ma ben presto la situazione tornerà difficile.
“Il tempo non è una variabile indipendente”, osservano i sindacati, “tanto più in questa fase nella quale, nelle intenzioni del Governo, da un lato, si avvicina sempre più minaccioso lo sblocco dei licenziamenti nelle grandi imprese industriali e, dall’altro, si andrà a decidere su quali assi sarà costruito il futuro industriale del paese anche attraverso la destinazione delle ingenti risorse del PNRR”. Di fronte a questo scenario di crisi ma anche di opportunità, i Segretari Confederali della Cgil, Cisl e Uil ribadiscono con forza che” occorre agire tempestivamente e con concretezza”.
IMPEGNI NEI SETTORI STRATEGICI
L’impegno assunto dal Ministro ad una pronta convocazione dei tavoli di crisi, che viene legata alla piena operatività di una nuova struttura di supporto integrata con il Ministero del Lavoro, potrà però essere giudicato positivamente solo in rapporto alla rapidità dei tempi con i quali si tradurrà in un preciso calendario di convocazioni e confronti utili a risolvere le crisi in atto”. Allo stesso modo diventa fondamentale, fanno sapere i sindacati, ricostruire una incisiva e concreta politica industriale nei settori strategici per il Paese a partire dall’acciaio, dall’automotive, dalla chimica-farmaceutica, dall’elettronica alle tlc, e altro ancora.
“In proposito abbiamo chiesto con le rispettive categorie la rapida attivazione di tavoli di settore”, concludono Cgil, Cisl e Uil, “capaci di affrontare le sfide imposte dalle trasformazioni tecnologiche, dalle transizioni energetiche e digitali nonché dai processi di accorciamento delle filiere produttive, determinata dagli effetti della pandemia sulle catene di approvvigionamento e di produzione del valore.
L’impegno assunto in proposito dal Ministro va valutato positivamente ma anch’esso dovrà prontamente essere messo in atto in ragione delle urgenze del momento a partire dalla siderurgia e dall’automotive”.