MILANO (ITALPRESS) – "Dante Alighieri era proprietario di terre e, da toscano, non possiamo escludere che producesse magari anche olio. Non a caso nella Divina Commedia troviamo un verso in cui parla del 'liquor d'ulivi'". A raccontarlo è Enrico Luciano, CEO di Olio Dante – l'azienda olearia che prende il nome dal suo core brand e che è tra i principali produttori di olio di oliva nel panorama internazionale: l'occasione è l'intervista online rilasciata dal CEO, Enrico Luciano, e dal presidente di Olio Dante, Biagio Mataluni al talk di LinkedIn, New Normal Live, condotto dal giornalista Filippo Poletti e da Monica Bormetti. Nel XXI canto del Paradiso, infatti, il Sommo Poeta, di cui ricorrono i 700 anni dalla scomparsa, ricorda la figura del teologo e cardinale San Pier Damiani, che nella seconda metà dell'XI secolo andò da Faenza all'eremo di Gamogna, portando il "liquor d'ulivi", l'olio degli Appennini. Olio Dante nasce nel 1898 a Genova: 11 anni fa il marchio è tornato di proprietà italiana, dopo che gli Oleifici Mataluni di Montesarchio lo hanno acquisito dal gruppo spagnolo SOS-Cuetara. "Portare sulle tavole l'immagine del sommo poeta è una bella responsabilità – racconta il presidente Mataluni, nipote di produttori di olio -. Dante è sulle nostre bottiglie da sempre: è il nostro modo per riverirlo. Abbiamo voluto omaggiarlo quest'anno con una bottiglia celebrativa dove è presente un cartiglio particolare. Continueremo a portare il suo volto in giro per il mondo". La storia dell'olio che parla italiano inizia nel 1898, quando le prime bottiglie con il marchio Dante iniziarono a essere spedite in Nord America, Argentina e in Australia. "Fu Andrea Costa, capostipite dell'omonima famiglia genovese, a iniziare a commercializzare olio di oliva e tessuti dalla Sardegna alla Liguria, per poi specializzarsi nell'acquisto di olio nei Paesi del Mediterraneo. "Per consolidare la rete di vendita scelsero il nome di Dante, simbolo dell'italianità e della poesia", puntualizza Luciano. Da una ricerca di mercato condotta all'estero – racconta Luciano, a proposito del ritratto dantesco presente sulla bottiglia di olio – "è emerso che, ahimè, qualcuno pensava che fosse l'effige di una vecchia signora con una coroncina in testa. Il nostro sforzo è di cercare di spiegare ai nostri importatori e distributori esteri chi è Dante, in modo tale che veicolino il nome del grande poeta. Continueremo a portarlo sulle tavole, espandendoci per i nostri azionisti, le banche che hanno dato fiducia a Olio Dante, i nostri collaboratori e il territorio campano dove operiamo". Con 33 milioni di litri di olio prodotto e commercializzato annualmente, Olio Dante guarda al futuro con l'orgoglio del lavoro svolto finora: "Dietro a ogni bottiglia c'è tanto lavoro e molta attenzione a tutti i processi – rimarca Mataluni su LinkedIn, il portale dedicato al lavoro -. Io vivo l'azienda in costante presenza, 12 ore al giorno: lo faccio con tanta pazienza e tanta passione. Questo è il senso di chi vuole svolgere il bellissimo mestiere di produttore di olio". E di pazienza, con l'olio di oliva, ce ne vuole tanta: "L'ulivo è una delle rarissime piante con ciclo biennale: a parità di condizioni climatologiche – dice Luciano – ci sono anni di carica e anni di scarica. Una volta che le olive vengono raccolte dalla pianta, entro sei ore devono essere frante con le migliori tecnologie possibili, per ottenere un olio di qualità". Circa la commercializzazione Olio Dante resta fedele alla distribuzione tradizionale: "Nel 2020 abbiamo fatto un esperimento con Amazon – spiega il CEO Luciano – e le rese sono state molto modeste. Nonostante avessimo proposto un packaging che evitasse la frangibilità del prodotto, il canale e-commerce non è ancora maturo per questo tipo di prodotto a bassa marginalità, dove i costi di consegna incidono molto: se uno va al supermercato e acquista olio, non deve infatti pagare la consegna. L'olio di oliva, inoltre, è spesso promozionato nella grande distribuzione: questo porta a poterlo comprare a buon prezzo durante tutto l'anno e, di conseguenza, c'è meno interesse ad andare su internet". Per questa ragione – tira le somme il CEO – "l'e-commerce è un canale a cui guardiamo con grande interesse per l'export in mercati come la Cina. Per quanto riguarda l'Italia continueremo a essere un produttore presente nei canali tradizionali della grande distribuzione, nei piccoli negozi e nel food service". (ITALPRESS). vbo/com 27-Mar-21 11:22