Ebbene si, si muore pur rimanendo vivi. Gioco di parole? No. Il virus non perdona e la corsa al vaccino vede file di gente con tanto di bocche bendate che attendono quell’iniezione che salva. Adesso vi è pure la “Giornata Nazionale che ricorda i morti di questo micidiale virus”. Il mio pensiero corre a loro e anche ai loro familiari. Dolore e disperazione, lacrime che vanno giù mentre il corpo privo di vita viene messo dentro quel sacco e poi i funerali. Tanti e tante famiglie sono già messi in ginocchio: quanta solitudine e quanta indifferenza. Non è solo il virus a uccidere ma anche quell’indifferenza, quella mancanza di umanità che non sta più nel nostro “DNA “.
La gente è stanca, priva di emozioni e invoca una guarigione che tarda ad arrivare. L’umano cede il posto alla tristezza che dilaga e oscura ogni alba. Pessimismo? no, solo una fotografia di una quotidianità che non risparmia nessuno. È urgente ritornare più umani, più forti nel soccorrere chi è solo e non trova nessuno con il quale condividere e un momento di riflessione. Ritornare umili e semplici, sapersi parte di un mondo dove l’0attimo da vivere non è solo “fuggente ” ma da’ senso anche a una giornata non tanto solare. Non si muore solo di covid: si crolla per indifferenza, per egoismo, arrivismo, cattiveria travestita da buonismo. Si muore di odio e di inganni di quel virus maledetto che si chiama “arrivismo di indifferenza “.
Che questa Pasqua irrompa nel cuore di tanti, di molti e la tomba dell’indifferenza si frantumi per cedere il posto a quell’Uomo vestito di bianco (gli ultimi, i poveri di Dio) che ripete ai distratti dal benessere “Perché cercate tra i morti Colui che è vivo ?”. Cerchiamo il Vivente e qualunque virus scomparirà dalla faccia dell’indifferenza. Crederci è già una medicina che guarisce.