“I numeri delle operazioni finanziarie sospette elaborati dall’Ufficio Unità Finanziaria della Banca d’Italia, ben 113.187 nell’anno 2020 in tutta Italia, destano allarme e preoccupazione. Nel 2020 Roma con 12669 (3632 in piu’ dell’anno precedente) diventa la città italiana con il maggior numero di operazioni finanziarie sospette segnalate. Il Lazio con 14329 si colloca al terzo posto dopo Lombardia e Campania. Nella nostra regione la provincia di Latina passa da 634 operazioni nel 2019 a 727 nel 2020, Frosinone da 519 a 544, Rieti da 133 a 155 mentre Viterbo è l’unica provincia che registra una diminuzione da 244 a 234”. Così in una nota Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio.
Secondo quanto si legge in una nota dell’Osservatorio, “l’ammontare complessivo delle operazioni finanziarie sospette segnalate è di 96 miliardi con una ricaduta stimata nel Lazio di circa 10 miliardi. Un aumento ancora piu’ preoccupante a fronte di un prolungato periodo di lockdown che ha provocato una crisi di liquidita’ in cui versano soprattutto le piccole e medie imprese rendendole facili prede da parte della criminalita’ organizzata. Le operazioni finanziarie sospette riguardano principalmente le attivita’ di riciclaggio connesse alla criminalita’ organizzata ed in parte alla corruzione e all’evasione fiscale, fenomeni di frequente intrecciati fra loro.
Questi dati ci indicano un processo in atto di un gigantesco reinvestimento di denaro delle mafie nel sistema produttivo romano e laziale anche grazie al prezioso apporto dei colletti bianchi.
Il rischio di infiltrazioni criminali si annida sia nei tentativi di accaparramento delle provvidenze e commesse pubbliche, sia nell’interesse a gestire direttamente o indirettamente imprese operanti in settori economico-produttivi oggi piu’ attrattivi o in crisi a causa della pandemia. Presentano vulnerabilita’ accentuate, i settori immobiliare, edile, servizi di pulizia, tessile, turistico, ristorazione e dei trasporti.
Si manifestano forme di infiltrazione sempre piu’ pervasive basate sul controllo di imprese tramite prestanome o sull’estromissione di fatto dei titolari anche attraverso attivita’ usurarie o estorsive”.
“A fronte di operazioni finanziarie anomale, quanto sofisticate, lo Stato c’e’. A Roma e nel Lazio le Forze di Polizia, le Prefetture e la Direzione Distrettuale Antimafia esprimono intelligenze investigative e di monitoraggio di straordinaria eccellenza ma e’ ancora troppo fragile la consapevolezza della pericolosita’ delle mafie nella nostra economia da parte delle classi dirigenti. Mafie sempre piu’ liquide, sempre piu’ silenti, sempre piu’ camaleontiche, caratteristica che le rende ancora più pericolose in quanto prive di modalita’ di esternazione facilmente percettibili da parte della collettivita’”, conclude Cioffredi.