Dopo anni di battaglie animaliste, volte a vietare la sperimentazione per la produzione di cosmetici, alcune decisioni prese ultimamente dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), rischiano di vanificare i traguardi raggiunti.
Come sottolinea Lav – Lega Anti Vivisezione, tali indicazioni “hanno permesso di consentire test sugli animali anche per ingredienti utilizzati esclusivamente nei cosmetici, con la scusa della tutela dei lavoratori nelle sedi di produzione, fatto in antitesi non solo con la legge, ma anche con la logica, perché se la materia è dichiarata sicura per tutti i consumatori, di conseguenza lo è anche per i lavoratori. Le ripercussioni sugli animali sono gravi, perché questi test coinvolgono decine di migliaia di animali”.
Anni di lotte animalisti
L’Unione europea già nel 2004 aveva disposto in merito alla sperimentazione sugli animali per i prodotti cosmetici finiti, con la direttiva 2003/15/CE. A partire dal 2009, il divieto è stato esteso agli ingredienti presenti nei prodotti cosmetici, e da marzo 2009 è stata vietata anche la commercializzazione di tali prodotti all’interno dell’Ue. Per quest’ultimo divieto il termine è stato prorogato fino all’11 marzo 2013.
Nel 2018, poi, il Parlamento europeo ha rivolto un appello per bandire i test animali per i cosmetici in tutto il mondo.
“Un risultato importante per la vita degli animali e la tutela della salute dei cittadini, che usano tutti i giorni creme, bagnoschiuma e altri prodotti cosmetici” ricorda Lav.
Questa normativa, però, ammonisce Lav “ammette molte interpretazioni, e capita spesso che i cosmetici commercializzati sul territorio Ue contengano ingredienti che sono stati oggetto di lunghe e dolorose sperimentazioni su animali. Per questo le coalizioni internazionali per la loro protezione, si sono unite per chiedere alle autorità dell’Unione europea di garantire che i prodotti cosmetici immessi sul mercato europeo siano realizzati rispettando il divieto di test su animali, utilizzando solo metodi di ricerca sostitutivi”.
L’appello delle coalizioni animaliste
Per scongiurare un’inversione di rotta rispetto alla tutela degli animali, già a dicembre le coalizioni animaliste si sono rivolte alla presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, attraverso una lettera aperta firmata da 463 aziende di cosmetici cruelty-free, e sottoscritta da rilevanti organizzazioni per la protezione degli animali, tra cui Lav.
Con questa lettera le aziende hanno inteso ribadire la loro capacità di garantire sicurezza sia ai consumatori che ai lavoratori coinvolti nella produzione di cosmetici, senza ricorrere alla sperimentazione animale, bensì utilizzando metodi alternativi, altrettanto sicuri ed efficaci. Le rassicurazioni delle aziende, che vedono impegnate in prima linea Cruelty Free Europe, Eurogroup for Animals, People for the Ethical Treatment of Animals (Peta), European Coalition to End Animal Experiments (Eceae), Humane Society International Europe, vogliono essere un monito per le autorità: mantenere i divieti in vigore, e anzi promuoverli a livello globale.
A distanza di tre mesi, rinnovano l’appello all’Ue, con la preghiera che le disposizioni normative proteggano consumatori e lavoratori, senza intaccare la tutela dell’ambiente e degli animali.